Brescia. Gli imputati, coinvolti nell’inchiesta antimafia “Leonessa”, vanno condannati con “pene di giustizia”, che dovranno essere i giudici del collegio del tribunale di Brescia a determinare. La richiesta, a conclusione di una requisitoria durata circa sei ore, l’ha formulata il pm dell’antimafia, Paolo Savio. Il magistrato ha ripercorso la genesi dell’inchiesta, ruotata intorno ad un gruppo di gelesi, considerati in grado di intrecciare rapporti con imprenditori del nord Italia e professionisti, ma anche con funzionari di enti pubblici. Il sistema delle compensazioni indebite, attribuito al consulente Rosario Marchese, sarebbe stato la fonte principale dei profitti. L’inchiesta, condotta dagli investigatori dell’antimafia Brescia, consentì di individuare una forte presenza criminale. Gli stiddari, sfruttando gli introiti delle truffe tributarie, avrebbero iniziato a radicarsi in Lombardia e non solo. Marchese si sarebbe fatto assistere da un gruppo di persone a lui vicine, che oltre a procacciare clienti avrebbero esportato nell’area di Brescia gli stessi metodi dei clan locali. In questo troncone processuale, oltre a Marchese, che ha ammesso gran parte delle contestazioni legate alle truffe tributarie, ma ha escluso qualsiasi appartenenza ai clan, sono imputati Salvatore Antonuccio, Giuseppe Arabia, Antonella Balocco, Gianfranco Casassa, Danilo Cassisi, Matteo Collura, Simone Di Simone, Angelo Fiorisi, Carmelo Giannone, Roberto Golda Perini, Giovanni Interlicchia, Corrado Savoia e Alessandro Scilio. Le accuse portate a processo riguardano anche presunti episodi estorsivi e ipotesi di corruzione.
Dai banchi della procura, sono state avanzate richieste di assoluzione, solo per pochi capi di contestazione. Il quadro delineato con la maxi inchiesta “Leonessa”, che corse quasi parallela con quella della Dda di Caltanissetta ribattezzata “Stella cadente”, per il pm è pienamente confermato, giustificando le richieste di condanna, avanzate al collegio penale. Dalla prossima settimana, invece, toccherà alle difese esporre le rispettive conclusioni. Nel pool dei legali, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Angelo Cafà, Sinuhe Curcuraci, Davide Limoncello, Gianpiero Verrengia, Desolina Farris, Vito Felici, Deborah Abate Zaro, Mauro Sgotto, Gianluca Marta, Oliviero Mazza, Desolina Ferris, Stefano Bazzani, Domenico Peila, Giovanni Salvi e Maurizio Basile.