Gela. Le conclusioni politiche dei civici di “Una Buona Idea” non cambiano affatto. Per il gruppo, che è parte integrante della maggioranza del sindaco Lucio Greco, non c’è molto da fidarsi quando si tratta del Partito Democratico locale. Un Pd nuovamente indicato come “ambiguo”. Il segretario Rino Licata e gli altri esponenti del movimento, che in giunta ha come riferimento il vicesindaco Terenziano Di Stefano, parlano di “cecità” riferendosi alla disamina condotta dal segretario dem Guido Siragusa. La dirigenza locale del Pd ha rilanciato su un “modello Gela”, da inaugurare su temi cruciali come il rilancio industriale e quello del comparto agricolo. Siragusa ha proposto un “tavolo comune”, aprendo anche al sindaco Lucio Greco. Ritiene però “miope” la visione del vice Di Stefano, che ha definito “ambigua” la strategia del Pd. I civici sostengono l’azione del loro assessore. “La visione di Siragusa? Certifica la sua cecità rispetto a quanto fatto sul piano dello sviluppo economico”, fanno sapere gli esponenti di “Una Buona Idea”. Vengono passati in rassegna tutti i finanziamenti già ottenuti dall’amministrazione comunale e dal settore sviluppo economico, guidato da Di Stefano. “Solo un’improvvisa cecità politica può determinare le sue dichiarazioni che si scontrano con i fatti – dicono riferendosi al segretario del Partito Democratico – e i fatti, sul piano dello sviluppo economico, sono cento milioni di finanziamenti; lo sblocco di “Argo-Cassiopea” e dei provvedimenti Suap; la linea del programma “Qualità dell’abitare” per trenta milioni di euro, che ci ha consentito di essere il primo Comune a ricevere fondi derivanti dal Pnrr; certamente, “Agenda Urbana”, che è a tutti gli effetti un modello. Se questa è miopia, il segretario del Pd è ufficialmente affetto da cecità politica. Ipovedente davanti a quanto già fatto e reso concreto”. I civici ritornano sulle “ambiguità” politiche del Pd. Da un lato, i democratici propongono il dialogo sui temi; dall’altro, prendono di mira uno degli asset amministrativi della giunta Greco. “Proprio questo fa intravedere l’ambiguità del Pd. Da una parte, è sempre pronto ad attaccare l’amministrazione; dall’altra, come testimonia l’ottimo contributo del consigliere Gaetano Orlando, a dichiararsi favorevole ad una collaborazione su atti per lo sviluppo territoriale. Se questa non è ambiguità in quale altro modo definirla? – si chiedono i civici – è un vecchio giochino che non incanta più nessuno. I temi o i grandi temi, la cui risoluzione è affidata alla chiarezza di intenti degli attori dello scenario politico, necessitano altrettanta chiarezza”. Gli esponenti di “Una Buona Idea” mettono confini ben delineati e sembrano respingere qualsiasi tentativo di far mutare il percorso amministrativo, avviato con il progetto della giunta Greco. C’è stato un prima, con il Pd in giunta; c’è un dopo, con i dem fuori dal progetto e che ha portato a definiere priorità programmatiche imprescindibili. Difficile, quindi, che il “fronte comune” possa materializzarsi. Per i civici è fondamentale la “chiarezza”.
“È chiarezza, credere in un progetto e perseguirlo come abbiamo fatto noi che, dal nulla, abbiamo creato un movimento a sostegno del sindaco. Ancora oggi, rappresenta l’unica forza civica – ribadiscono da “Una Buona Idea” – è ambiguità, invece, cancellare un simbolo politico al solo fine di confluire in una lista a sostegno di un candidato sindaco e al solo scopo di non annegare o di non sparire, per poi trasformarsi in maghetti politici fedeli al simbolo. E’ ambiguità vestire i panni, contemporaneamente, di chi attacca in modo strumentale e di chi vuol collaborare altrettanto strumentalmente. O si chiama ambiguità o si chiama noiosa strategia trita e ritrita che, a quanto pare, è la linea del segretario dem”. I civici, infine, rispediscono al mittente i dubbi che sono stati posti sulle scelte fatte in consiglio. “La vista, da casa nostra, cioè dal nostro movimento civico, è magnifica e ha distese incontaminate di affidabilità e coerenza – concludono – in casa nostra, quel che si dice la sera si fa la mattina. Si costruisce su risultati reali e quasi mai, se non citati, guardiamo in casa di altri, dove la vista, a quanto pare, è tutt’altro che incontaminata e gli ospiti, di fatto, scappano. A ben vedere, pure il potenziale padrone di casa ha il timore che cambino la serratura”. Pensare ad un “fronte comune”, che parta da basi politiche così dividenti, sembra quantomeno azzardato, anche se l’ultima parola tocca al sindaco Lucio Greco.