Gela. Sul piatto, c’è un introito possibile per le casse del Comune di almeno tre milioni e mezzo di euro. L’Ici contesa. Tanto, infatti, dovrebbe versare il gruppo Eni per coprire i costi Ici dal 2003 al 2008, comprendendo anche quanto dovuto in relazione alle piattaforme del gruppo collocate lungo la costa. Sia la commissione tributaria provinciale di Caltanissetta sia quella regionale di Palermo, però, hanno accolto i ricorsi presentati dai legali di Eni ed Enimed e, quindi, almeno per il momento, niente Ici milionaria nelle casse del municipio. Lo scontro, però, si trasferisce in Corte di Cassazione. La giunta comunale ha ufficializzato la nomina dell’avvocato Ferdinando D’Amario. Sarà lui a rappresentare le ragioni del Comune davanti ai giudici romani di cassazione. L’amministrazione comunale, come più volte confermato dall’assessore Fabrizio Morello, è convinta di poter incassare gli oltre tre milioni di euro che sarebbero dovuti a titolo di Ici dal gruppo Eni.
Quasi 16 mila euro solo per il contributo unificato. Così, anche l’impegno spesa per la copertura dei costi legali è comunque ingente. La giunta ha disposto un impegno spesa, approssimativo, di 36.539,28 euro. Fuori dal conto, ci sono i quasi 16 mila euro per il costo del contributo unificato che verrà sostenuto direttamente dall’ente comunale. La somma stanziata, comunque, riguarderà anche eventuali, ulteriori, gradi di giudizio. Inoltre, al legale scelto, ritenuto tra i massimi esperti nazionali in materia, andranno circa 25 mila euro per ogni giudizio, solo in caso di esito favorevole per l’ente comunale. Allo stato attuale, le cartelle Ici al centro dell’intera vicenda sono sei.