Gela. “Noi consiglieri comunali, dopo esserci accorti del mancato rispetto del termine di convocazione della seduta del 29 dicembre, abbiamo subito dichiarato di voler rinunciare al gettone di presenza”. “Abbiamo già rinunciato al gettone…”. Giovanni Panebianco di Gela Città, invece, chiama alle proprie responsabilità il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia. “Noi rinunciamo al gettone di presenza – spiega – ma il presidente dovrebbe rinunciare ad una parte della sua indennità. L’errore è arrivato dalla presidenza del consiglio. Fortunatamente, il consigliere Carmelo Casano ha sollevato subito la questione. Altrimenti, avremmo rischiato di approvare il piano triennale delle opere pubbliche in una seduta praticamente nulla. Non c’era bisogno che il presidente convocasse una riunione dei capigruppo. Noi, al gettone abbiamo già rinunciato”.
“Il sindaco deve ridursi l’indennità!”. Ma Panebianco, firmatario negli scorsi mesi, insieme ai colleghi Cristian Malluzzo e Angela Di Modica, dell’atto d’indirizzo che prevede la riduzione di indennità e gettoni, chiama in causa anche il sindaco Domenico Messinese. “Riproporrò quell’atto d’indirizzo – spiega – fino a quando il sindaco e la sua giunta non si adegueranno. Per ridursi le indennità che, a cascata, faranno ridurre anche i gettoni di presenza dei consiglieri, non bisogna far parte per forza del Movimento 5 Stelle. In campagna elettorale, Messinese e i suoi si sono impegnati con i cittadini. Noi abbiamo proposto una decurtazione del 40%, adesso aspettiamo la decisione della giunta”.