Gela. In consiglio comunale, tra i banchi del centro destra, siedono gli esponenti di Forza Italia, quelli di Un’Altra Gela e la new entry lista Musumeci con il capogruppo Vincenzo Cascino. “Potevamo stare con i forti…”. Entità politiche, però, spesso distanti tra loro. Ma a destra c’è fermento anche fuori dal civico consesso. E’ nato, infatti, Destra in Movimento. Giovani professionisti ed ex esponenti di formazioni proprio di centro destra hanno scelto di lasciarsi alle spalle l’esperienza partitica per creare “nel nostro territorio un percorso di crescita condiviso che trovi le proprie radici nella destra sociale e storica e che si ricolleghi ai valori della tradizione”. “Potevamo stare con i forti ed i vincitori – scrive il portavoce Francesco Minardi – ed invece abbiamo deciso d’intraprendere un percorso difficile e tortuoso perchè noi amiamo la nostra terra, noi amiamo Gela”.
“Manca la programmazione”. Nel movimento appena tenuto a battesimo, ci sono anche Massimiliano Falvo e Guglielmo Piazza, giovani che hanno comunque già “assaggiato” la politica locale, sempre declinata a destra. Falvo, addirittura, è stato tra i papabili alla candidatura a sindaco qualora il centro destra avesse scelto di rimanere compatto nella recente corsa elettorale. Poi, è arrivato il divorzio da Forza Italia del quale era coordinatore. “L’ambiente, la deindustrializzazione, la tutela delle fasce più deboli e la sicurezza del nostro territorio – scrivono ancora – saranno trattati in modo coerente con l’identità politica che vogliamo rappresentare ed alla luce del mutato contesto amministrativo territoriale, valorizzando le opportunità e ponendo un freno alle criticità derivanti da una pluriennale e perdurante carenza di programmazione”. Del movimento fanno parte anche Angelo Cafà, Rocco Cafà, Angelo Cascino, Rosario Catalano, Giuseppe Catania, Raffaele Docente, Giovanni Lasagna, Claudio Perconte, Salvatore Picone, Ignazio Raniolo e Gaetano Sola. A questo punto, il nuovo laboratorio della destra locale potrebbe diventare un ago della bilancia piuttosto pesante su uno scacchiere politico già decisamente frastagliato.