Gela. Ieri, il segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina ha duramente attaccato il centrodestra, indicandolo come responsabile del fallimento del progetto per i lavori del porto rifugio e per l’attuale emergenza che si registra all’ospedale ‘Vittorio Emanuele’. Il segretario dem ha sparato a zero, sostenendo che su entrambe le vicende c’è “da vergognarsi”. Il coordinatore cittadino di Forza Italia, Vincenzo Pepe, difende invece l’operato soprattutto del parlamentare regionale di riferimento, Michele Mancuso. “I mancati lavori al porto e la situazione dell’ospedale hanno radici ben più lontane – dice Pepe – il segretario provinciale del Pd forse non ricorda che il centrosinistra, insieme al Partito Democratico, ha governato la Regione dal 2012 al 2017. Cosa hanno fatto loro? Il progetto del porto, con copertura finanziaria del programma Por 2000-2006 non ha avuto la spinta necessaria. Questo è accaduto quando ha governato un gelese, l’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, proveniente proprio dal Pd”. Il forzista ricorda inoltre che il Pd di recente ha avuto il ministro Giuseppe Provenzano ed attualmente ha rapporti diretti con l’alleato Giancarlo Cancelleri, grillino attuale sottosegretario alle infrastrutture.
Pepe ricorda anche il lungo governo della città targato Pd. “La città dal 2002 al 2015 è stata governata dal Pd – continua – ricordo che l’imprenditore Nunzio Psaila presentò in quel periodo un progetto per un grosso centro commerciale della Carrefour ma l’allora amministrazione del Pd lo bocciò, così come sono stati bocciati tutti gli altri presentati successivamente. Chi si dovrebbe vergognare di più per come hanno ridotto la nostra città?”. Secondo Pepe i dem dovrebbero impegnarsi di più nel formulare proposte, veicolandole ai ministri e ai sottosegretari di riferimento. “Noi, insieme al deputato regionale Michele Mancuso e al presidente Ars Gianfranco Miccichè, abbiamo chiesto al ministro per il Sud Mara Carfagna un maggiore impegno nel cercare di chiudere il contratto istituzionale di sviluppo”. Lo smacco di un piano di caratterizzazione del porto praticamente da rifare mette nuovamente nell’agone politico dem e forzisti, che del resto non si sono mai amati neanche quando hanno fatto parte, entrambi, della prima giunta Greco.