Gela. Saranno i periti a trascrivere il contenuto delle intercettazioni, effettuate dagli investigatori che indagarono sui clan niscemesi e sulle pretese estorsive mosse ai danni di diversi imprenditori gelesi, all’epoca dei fatti impegnati in appalti e cantieri, proprio a Niscemi. I giudici del collegio penale del tribunale di Caltagirone hanno formalizzato l’incarico tecnico. Sono a processo, presunti esponenti dei clan di stidda e Cosa nostra. La messa a posto l’avrebbero pretesa anche dagli imprenditori gelesi che si occupavano del servizio rifiuti. Avrebbero pagato almeno fino al 2006, così da evitare ritorsioni e danneggiamenti. Saranno gli imprenditori taglieggiati a testimoniare. Il prossimo maggio è già prevista un’udienza, nella quale si darà spazio a quanto verrà esposto dalle vittime delle richieste di denaro, che sono parti civili, assistiti dagli avvocati Fabrizio Ferrara, Stefano Scepi, Laura Cannizzaro e Salvatore Falzone. Sono parti civili, inoltre, sia il Comune di Niscemi, con l’avvocato Aurelio Lattaferro, sia l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, con il legale Valentina Lo Porto.
Le accuse sono a carico di Francesco Amato, Gianfranco Arcerito, Salvatore Blanco, Salvatore Di Pasquale, Salvatore Ferrara, Salvatore Mastrantonio, Francesco Melfa, Salvatore Perticone, Rosario Russo, Rosario Zarba e Giuseppe La Russa. Ad inizio gennaio, il gup del tribunale di Catania ha assolto altri coinvolti, che avevano optato per il rito abbreviato. La decisione favorevole è stata pronunciata per Roberto Aleo e Salvatore Calcagno. Il collaboratore di giustizia Antonino Pitrolo ha invece patteggiato. Il procedimento in corso è il risultato di diverse attività di indagine, concentrate sui clan di Niscemi. Gli imputati sono rappresentati dai legali Francesco Spataro, Salvo Macrì, Fabio Bennici, Danilo Tipo, Luigi Cinquerrui, Agata Maira, Massimo Consortini, Eugenio Muscia, Barbara Biondi, Marco Greco, Donatella Singanella e Franco Passanisi.