Violenze in strutture per disabili mentali, chiesto rinvio a giudizio: sì ad abbreviati

 
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Le immagini riprese dai sistemi installati dai carabinieri

Gela. I pm della procura di Caltanissetta, in udienza preliminare davanti al gup del tribunale nisseno, hanno confermato l’intero quadro accusatorio. Nelle due strutture per disabili mentali, a Serradifalco, gestite dalla cooperativa gelese “Azzurra”, ci furono ripetute violenze ai danni degli ospiti e vere e proprie privazioni, oltre a casi di abusi sessuali. Il rinvio a giudizio, questa mattina, è stato chiesto per l’imprenditore Rocco Giovanni Scordio e per Giuseppina Scimè. Per gli inquirenti, avrebbero omesso i controlli necessari, permettendo che si verificassero violenze, come quelle videoriprese dai carabinieri. Risponde invece anche di presunti abusi sessuali su un’ospite, uno degli operatori, Vincenzo Biundo. Il suo legale, l’avvocato Carmelo Tuccio, ha optato per il giudizio abbreviato. Stessa decisione formalizzata dalla difesa di un’altra imputata, Rosa Anna Milazzo. Uno degli ex ospiti, che avrebbe subito violenze e maltrattamenti, si è costituito parte civile, con l’avvocato Ivan Bellanti, che ha insistito per il rinvio a giudizio.

Nell’inchiesta furono coinvolti, inoltre, Santa Martino e Giuseppe Milazzo. Dal giudice, si tornerà a fine aprile, per decidere sulle posizioni degli imputati che hanno optato per riti alternativi. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Giovanni Bruscia, Tiziana Ragusa, Renata Accardi, Giuseppe D’Acquì e Amedeo Aquilino.

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