Gela. E’ stata necessaria una traduttrice, dal romeno, per trascrivere il contenuto di intercettazioni, telefoniche e ambientali, effettuate dagli investigatori, che ricostruirono un giro di prostituzione, in città. Alcune giovani donne, a loro volta di nazionalità romena, avrebbero incontrato clienti, a pagamento. Inizialmente, l’inchiesta toccò undici persone. Di nove di queste, tutte romene, si sono perse le tracce. Erano irreperibili, già in fase di udienza preliminare. A giudizio, invece, sono finiti due gelesi, che avrebbero pagato per prestazioni sessuali ma allo stesso tempo, secondo gli investigatori, avrebbero fatto da tramite per organizzare incontri. In dibattimento, davanti al collegio penale del tribunale, rispondono di favoreggiamento della prostituzione. Il contenuto delle intercettazioni telefoniche, anche per i pm della procura, dimostrerebbe i frequenti contatti con altri cittadini romeni e con le ragazze, pare finalizzati agli incontri. I due imputati sono difesi dagli avvocati Giovanna Cassarà e Giuseppe Cascino.
In fase di udienza preliminare, i legali si opposero al rinvio a giudizio, escludendo un coinvolgimento dei due imputati. Da quanto emerse, le ragazze si muovevano anche per appuntamenti a pagamento, in altri Comuni vicini.