Costarelli ucciso in carcere, analisi di laboratorio su tracce ematiche e campioni

 
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Il carcere di Caltagirone

Gela. Sono in corso diversi accertamenti di laboratorio su tracce ematiche e campioni biologici, prelevati dal corpo del sessantenne Paolo Costarelli. Il sessantenne, lo scorso dicembre, era stato trovato senza vita, all’interno della sua cella, nel carcere di Caltagirone. Il quarantaquattrenne calabrese Salvatore Moio, che con lui condivideva la cella, ha confessato l’omicidio. Costarelli, che era detenuto per scontare una pena definitiva, con l’accusa di maltrattamenti, sarebbe stato strangolato con lacci per scarpe. Moio, davanti al gip, ha parlato di una violenta lite, al culmine della quale avrebbe soffocato il gelese. I pm della procura di Caltagirone, che seguono le indagini, hanno disposto non solo l’autopsia ma anche i successivi accertamenti di laboratorio. Pare che rimangano sotto sequestro anche i lacci, usati da Moio per uccidere Costarellli, che sembra presentasse ulteriori segni di violenza. I familiari vogliono capire come sia stato possibile arrivare ad un epilogo tragico, all’interno di una struttura penitenziaria. Nel carcere calatino si sono verificati precedenti analoghi. Le indagini sono in corso e dagli accertamenti sul corpo e sui campioni biologici potrebbero emergere ulteriori elementi, utili agli inquirenti. Il quarantaquattrenne ha confessato, sostenendo che l’omicidio si sarebbe verificato due giorni prima del ritrovamento del cadavere, da parte degli agenti della penitenziaria. Moio era già detenuto per scontare una condanna definitiva, proprio per omicidio. Uccise il suocero.

Il gip ha convalidato l’arresto del reo confesso, in attesa delle chiusura delle indagini. I legali che rappresentano i familiari della vittima hanno nominato propri consulenti di parte, per seguire le operazioni di analisi e di laboratorio, oltre agli accertamenti sul corpo di Costarelli. I familiari sono rappresentati dai legali Vittorio Giardino, Giuseppe Cascino e Giuseppe Smecca.

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