Gela. Deve andare a processo. Questa mattina, davanti al gup del tribunale di Caltanissetta, la richiesta dei pm dell’antimafia, Claudia Pasciuti e Davide Spina, è stata ribadita per le accuse che vengono mosse al ventiseienne John Parisi, attualmente detenuto, anche a seguito del provvedimento emesso nei suoi confronti, lo scorso anno. E’ considerato responsabile degli spari diretti contro un’auto in transito, in via Venezia. Il conducente fu colpito ad una mano, senza riportare altre conseguenze. Secondo i pm e i poliziotti, l’intenzione di Parisi era di uccidere. Avrebbe agito in sella ad uno scooter. Oltre al tentato omicidio, gli viene contestata l’aggravante mafiosa, che venne però esclusa dal riesame. Secondo i pm della Dda, i fatti di un anno fa, in via Venezia, potrebbero rientrare in un regolamento di conti, tra esponenti di fazioni avverse. In base alle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Giovanni Canotto, Parisi sarebbe legato al gruppo degli stiddari. Gli inquirenti, invece, collocano il ferito (padre della compagna dell’imputato) negli ambienti di Cosa nostra locale. E’ a sua volta indagato per favoreggiamento. E’ emerso che dopo il ferimento non si recò in ospedale. Fu rintracciato in un’abitazione.
Gli inquirenti, non escludono che volesse coprire l’intera vicenda. La difesa di Parisi, sostenuta dall’avvocato Davide Limoncello, si è opposta al rinvio a giudizio. Per il legale, non sono mai emersi elementi certi per collegare il giovane imputato agli spari. Non sono stati richiesti riti alternativi e probabilmente l’imputato dovrà rispondere alle accuse, in dibattimento.