Gela. Mentre torna alla ribalta il tema dell’approvvigionamento del gas in Europa, tornato prepotentemente d’attualità a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina, fa discutere e non poco il recente parere emesso per conto della Regione Siciliana dall’ente gestore della Riserva del Biviere sulla realizzazione del Gasdotto Gela – Malta. Nel documento inviato al ministero per la transizione ecologica e che esprime parere negativo sono contenute tutte le criticità ambientali già conosciute, con l’aggiunta di dati ulteriori che arrivano dagli studi ecologici nei fondali. Il progetto, annunciato nel 2018 e finanziato dall’Unione europea per un valore di diverse centinaia di milioni di euro, nasce dall’esigenza di agevolare inizialmente i rifornimenti di gas nell’isola maltese. Infatti, anche se è previsto che l’infrastruttura sia bidirezionale, in una prima fase il gasdotto funzionerà in direzione nord-sud. Ma, al di là della fattibilità tecnica e del vantaggio economico, a preoccupare rimane l’eventuale impatto ambientale. L’impianto dovrebbe sorgere all’interno della rete Natura 2000, ovvero i siti tutelati dall’Unione europea per la loro importanza ambientale. E dagli studi commissionati dalla Regione la situazione è tutt’altro che rosea. Sui fondali ad esempio esisterebbe una forte concentrazione di Uranio impoverito, legato agli scarichi dell’ex discarica fosfogessi, oggi messa in sicurezza ma i cui effetti sarebbero ancora presenti nelle acque antistanti la città. Ma è il cumulo degli impatti ambientali in terra e in mare a preoccupare come riferisce Emilio Giudice che per parlare delle condizioni di fragilità del territorio gelese, usa la metafora fin troppo comprensibile, del Covid. Lo stesso ente, a conclusione del parere, specifica che «nel caso non possa essere percorribile un’altra delle ipotesi di tracciato, come individuato e valutato nel progetto, si ritiene necessario bilanciare con importanti azioni di restauro ambientale». Misure di compensazione che dovranno riguardare gli habitat e la loro difesa.
La vicenda intanto approda al Parlamento Europeo dove l’Euro parlamentare dei Verdi Ignazio Corrao ha annunciato un’interrogazione alla Commissione Ue in cui chiede di valutare l’eventuale violazione di norme comunitarie nella realizzazione del gasdotto ma soprattutto di intervenire immediatamente sulla tutela della popolazione minacciata dalla presenza dell’uranio impoverito.