Gela. Vincoli contestati e, adesso, la vicenda del nuovo piano paesaggistico provinciale si arricchisce di nuovi particolari. Anche l’ordine degli agronomi contro il piano paesaggistico. L’ordine degli agronomi, per il tramite del presidente Piero Lo Nigro, ha formalizzato la presentazione di un ricorso gerarchico direttamente al presidente della regione. Una mossa che segue quella di diversi privati, proprietari di terreni e aree diventate inedificabili, che si sono rivolti ai giudici del Tribunale amministrativo regionale. Il piano paesaggistico, infatti, impone nuovi vincoli in aree strategiche come Manfria ma anche all’interno del perimetro urbano. Per molti tecnici, però, ci sarebbero evidenti anomalie tra le cartografie utilizzate per redigere il piano e quelle approvate per decreto regionale. Aree non sottoposte a vincolo sono successivamente diventate inedificabili. La fronda di decine di proprietari sta man mano montando.
Il Tar accoglie la sospensiva. Intanto, il tribunale amministrativo regionale di Palermo ha disposto la sospensione del piano. E’ stata accolta la richiesta presentata dai legali di un proprietario che si è visto calare vincoli di assoluta inedificabilità sui terreni posseduti a Manfria. I giudici entreranno nel merito del ricorso solo a giugno. Quindi, il piano rimane congelato. Peraltro, si tratta di un atto sovraordinato allo stesso piano regolatore generale: di conseguenza, i vincoli imposti dovranno necessariamente essere inseriti all’interno del nuovo prg. Mentre la richiesta di sospensiva accolta dal Tar Palermo, la prima fino ad ora, mira soprattutto su una serie di presunte difformità urbanistiche del piano paesaggistico, il ricorso presentato dall’ordine provinciale degli agronomi fa leva sul rischio di un totale stop a qualsiasi forma di nuova attività agricola nelle aree a vincolo. Non solo il “mattone”, quindi, tra i nodi più discussi di un piano paesaggistico che rischia di creare contenziosi legali di enorme peso, anche economico.