Gela. Avrebbe preso parte ad un’intimidazione, subita ormai undici anni fa dall’allora titolare di un centro ottica, in via Crispi. Oltre alle minacce, ci furono diversi colpi di arma da fuoco, esplosi contro la vetrina dell’attività commerciale. Davanti al collegio penale del tribunale, le accuse vengono mosse nei confronti di Giovanni Viscuso (difeso dall’avvocato Vincenzo Merlino). I giudici hanno autorizzato l’acquisizione dei verbali delle dichiarazioni che furono rese dall’esercente, che è costituito parte civile, con il legale Carmelo Terranova. Dalle indagini, emerse che le pressioni furono mosse a seguito di un debito contratto dall’esercente. Un grossista campano avrebbe preteso denaro. Un intermediario del settore e un gruppo di catenesi, compreso Viscuso, si sarebbero mossi per recuperare la somma. L’allora titolare del centro ottica sarebbe stato avvisato, anche con gli spari contro la vetrina. La vicenda ha già portato a processo l’intermediario.
La condanna d’appello è però stata annullata dalla Cassazione e ora servirà un nuovo giudizio di secondo grado. Proprio l’intermediario sarà sentito nel corso della prossima udienza, come chiesto dal pm della Dda di Caltanissetta, Claudia Pasciuti. In dibattimento, viene contestata l’aggravante mafiosa.