Gela. A vent’anni di distanza dall’agguato che uccise Maurizio Morreale, freddato dai killer mentre era in sella alla sua vespa, arriva l’assoluzione definitiva per il quarantaseienne Emanuele Ganci.
La Cassazione chiude la sua vicenda processuale. Il barista venne arresto nel maggio di cinque anni fa. Stando ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, sarebbe stato uno dei componenti del commando di morte entrato in azione nel dicembre del 1995. Condannato a trent’anni di reclusione in primo grado, furono i giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta, nell’estate di un anno fa, ad assolverlo nonostante la procura generale ne chiedesse la condanna a quattordici anni. Adesso, arriva anche il verdetto della cassazione che ha rigettato il ricorso presentato proprio dalla procura generale nissena. Ganci, per il tramite del suo legale di fiducia Danilo Tipo, si è sempre detto estraneo a quell’omicidio.
La ricostruzione dell’omicidio Morreale. Gli agenti del commissariato lo arrestarono a quindici anni di distanza dai fatti. Secondo le accuse, a bordo di una Bmw avrebbe agito a supporto del gruppo di fuoco. Morreale andava eliminato perché mirava a prendere la leadership del gruppo di cosa nostra per conto della famiglia Rinzivillo-Trubia, scalzando gli Emmanuello. Venne ucciso dopo l’agguato organizzato ai danni di Rosario Trubia, oggi collaboratore di giustizia e allora tra i vertici del gruppo Emmanuello. Lo stesso Trubia riuscì a salvarsi dai killer. Sarebbe stato proprio Morreale a commissionare la morte del rivale. La difesa dell’imputato è riuscita a dimostrare l’estraneità ai fatti soprattutto facendo leva sull’assenza di dati certi che potessero confermare la sua presenza al momento dell’agguato. Per quegli stessi fatti, altri componenti del commando sono già stati condannati. A sparare, sarebbe stato Giovanni Rubino. Tra le accuse contestate, c’era anche quella di tentato omicidio. Durante l’inseguimento successivo all’azione di morte, dall’auto in fuga vennero sparati diversi colpi in direzione di due agenti di polizia. A distanza di cinque anni dall’arresto, si chiude la sua vicenda processuale.