Gela. I tempi per il passaggio effettivo delle strutture portuali locali all’Autorità della Sicilia Occidentale potrebbero allungarsi ancora di più. Pare infatti che non ci sia ancora un’intesa complessiva tra la Regione e il Ministero delle infrastrutture. Anzi, di recente, proprio dai responsabili ministeriali, che seguono la procedura, è arrivata una richiesta, inoltrata a Palermo, di rivedere i contenuti del protocollo d’intesa. A livello ministeriale, non sono state individuate tutte le condizioni per concludere l’iter e quindi assegnare la piena gestione delle strutture portuali locali proprio all’Autorità della Sicilia Occidentale, del presidente Pasqualino Monti, che nell’estate dello scorso anno fece un primo sopralluogo in città, visitando le aree portuali che dovrebbero cambiare gestione, nel tentativo di un rilancio. “Allo stato, in base alle informazioni acquisite – dice il senatore Pietro Lorefice – la proposta di protocollo d’intesa trasmessa dalla Regione è stata ritenuta da riformulare. Peraltro, è stata formalmente ricevuta solo a fine dicembre”. L’intervento dell’Autorità portuale dovrebbe essere un pezzo importante del puzzle per il rilancio delle infrastrutture portuali locali, che ancora oggi segnano il passo, senza un vero programma per tentare la strada dei finanziamenti ed avere un ruolo vero nelle rotte del Mediterraneo.
Grandi passi in avanti non sembrano essercene neanche per i lavori al porto rifugio, insabbiato da anni. A fine gennaio, nel corso di una riunione in videocollegamento anche con la prefettura di Caltanissetta, è stato comunicato al sindaco Lucio Greco che Arpa aveva trasmesso i dati dell’ennesima caratterizzazione delle sabbie, in attesa di riscontri da Ispra. Lo stesso Lorefice, che da anni segue le procedure, negli ultimi tempi ha tentato di avere riscontri dal rup della Regione, che si occupa del progetto. “Non risponde in alcun modo – dice il senatore – ha tagliato ogni contatto. Attraverso il parlamentare regionale Nuccio Di Paola procederemo con un atto di sindacato ispettivo”. A questo punto, potrebbero essere chiesti gli atti di una procedura che si trascina da anni, ma senza veri risultati.
Bisognerebbe fare un atto eclatante di protesta con un sit in al gasdotto che arriva dall’africa minacciando di chiudere i rubinetti. Solo cosi si potrebbe raggiungere l’intesa, perche stanno prendendo in giro la marineria di gela.