Gela. I pm della Dda di Caltanissetta, Claudia Pasciuti e Davide Spina, nel corso dell’udienza di questa mattina, nel dibattimento dell’inchiesta antimafia “Stella cadente”, si sono concentrati su alcune indagini, precedenti al blitz contro gli stiddari. Sono stati sentiti due poliziotti e un carabiniere, che si occuparono di indagini come quelle ribattezzate “Sant’Ippolito”, “Tomato” e “Florence”. I pm dell’antimafia nissena hanno chiesto particolari di blitz che toccarono soprattutto lo spaccio di droga ma anche le armi. E’ emerso, così, che poco prima degli arresti legati a “Stella cadente”, i poliziotti del commissariato arrivarono ad un garage, in via Tucidide, dove erano nascosti circa dodici chili di marijuana e due pistole. Pare che il proprietario, che non viveva più in città, l’avesse dato in affitto, per l’avvio di un’attività commerciale, che in realtà non fu mai realizzata. Alcuni degli attuali imputati, coinvolti nell’indagine “Stella cadente”, furono toccati dai blitz anti-droga, messi a segno negli scorsi anni. In questo filone processuale, che si tiene davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, le accuse vengono mosse a Giovanni Di Giacomo, Salvatore Antonuccio, Samuele Cammalleri, Alessandro Pennata, Vincenzo Di Giacomo, Benito Peritore, Vincenzo Di Maggio, Giuseppe Truculento, Giuseppe Vella, Giuseppe Nastasi e Rocco Di Giacomo. Avrebbero avuto rapporti diretti con il nuovo boss stiddaro Bruno Di Giacomo, imputato in un’altra costola processuale, scaturita dalla stessa inchiesta.
Oltre alla droga e alle armi, gli stiddari avrebbero imposto le loro regole anche per le estorsioni alle attività commerciali. Sono parti civili gli esercenti sottoposti a minacce e ritorsioni, con gli avvocati Valentina Lo Porto e Alessandra Campailla. Parte civile, ma solo per alcuni capi di imputazione, è anche uno degli imputati, Rocco Di Giacomo (con l’avvocato Antonio Gagliano). Parti civili, infine, sono la Fai e l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio, Giovanna Zappulla, Cristina Alfieri, Enrico Aliotta e Antonio Impellizzeri.