Gela. Quinta notte consecutiva tra i presidi organizzati dai lavoratori dell’indotto Eni in protesta.
Niente cambio turno. Proprio nel corso della tarda serata, non è mancata la tensione nei pressi del varco che si apre su via Generale Cascino. Un pullman, carico di turnisti Eni, ha cercato di raggiungere l’ingresso principale della fabbrica, di modo da consentire agli operatori di prendere servizio, dando il cambio ai colleghi. Niente da fare. Gli operai dell’indotto non hanno rimosso il blocco. “Noi siamo stati licenziati – hanno detto anche agli agenti di polizia intervenuti per evitare che la tensione salisse – ci saremmo aspettati la solidarietà da parte dei dipendenti del diretto che, invece, il posto di lavoro lo hanno mantenuto”. Alla fine, il pullman ha fatto marcia indietro. Niente cambio turno e nelle prossime ore la tensione potrebbe diventare ancora più palpabile.
Altri lavoratori si aggiungono alla protesta. Alla protesta si stanno aggiungendo molti altri operai con in mano provvedimenti di licenziamento. La situazione è critica per i lavoratori Smim e per quelli della Sudelettra, in totale quasi duecento operai. Si uniscono ai colleghi di Nuova X Gamma ed Elettroclima snc. Intanto, alcuni alberi di piazza Umberto I sono stati simbolicamente decorati dagli ex operai Comeco, da oltre tre anni in attesa di risposte. Ai presidi ci sono gli ex dipendenti Procontrol, quelli di Nuove Strade 2001, d’Implaca, di Riva e Mariani, di Socover e quelli inseriti nel bacino di disponibilità mai concretizzatosi. Senza risposte chiare sul prossimo futuro della raffineria di contrada Piana del Signore, la mobilitazione potrebbe diventare permanente. Gli operai continuano a ricevere la solidarietà di alcuni esercenti, i titolari della pizzeria Metropolis, per due notti consecutive, hanno consegnato ai presidi decine di porzioni. I segretari confederali di Cgil e Cisl Ignazio Giudice ed Emanuele Gallo hanno avuto un acceso confronto proprio con diversi operai presenti ai varchi stradali.
I grillini puntano sul fondo europeo. Davanti alla protesta, gli attivisti del meetup Gela indicano la via del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. Fondi comunitari che vengono destinati ai lavoratori investiti dalla crisi di mercato delle rispettive aziende. Per questa ragione, i grillini si rivolgono direttamente all’amministrazione comunale chiedendo di stilare un elenco completo di tutti i lavoratori destinatari di provvedimenti di licenziamento e delle aziende colpite dalla stagnazione delle commesse. Allo stesso tempo, premono sul tasto dell’avvio delle bonifiche e su quello del rispetto degli obblighi posti a carico delle aziende Eni anche nelle autorizzazioni integrate ambientali finora rilasciate dai tecnici del ministero.