Gela. I residenti della frazione balneare di Manfria temono per la loro incolumità e puntano l’indice accusatorio contro i migranti ospitati dalla cooperativa “Progetto Vita” nell’ormai ex albergo “Villa Daniela”. Propongono l’impiego dei migranti in attività sociali all’interno della frazione balneare e chiedono un intervento del prefetto, Maria Teresa Cucinotta, firmataria del bando di gara che ha permesso l’insediamento della struttura di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.
Ieri mattina i residenti, convocati dal presidente del comitato spontanei di Manfria, Carmelo Tandurella, si sono dati appuntamenti al bar “3P”. L’incontro ha permesso, inoltre, di stilare un documento da sottoporre al prefetto e al consiglio comunale per chiedere “un presidio permanente delle forze dell’ordine, il controllo degli orari di entrata e uscita al centro di accoglienza, illuminazione e urbanizzazioni delle vie di Manfria”.
L’incontro è stato disertato dall’amministrazione comunale mentre il responsabile della cooperativa Progetto Vita non è stato invitato. Hanno partecipato Antonio Giudice, esponente del movimento “Noi con Salvini” che con l’onorevole Angelo Attaguile ha assicurato una interpellanza parlamentare, i consiglieri appartenenti al gruppo misto: Cristian malluzzo, Giovanni Panebianco, Carmelo Casano, Antonio Torrenti e Angela Di Modica, oltre al comitato “Viviamo Manfria” rappresentato dal vice presidente Giuseppe Passaniti.
Intanto, sulla questione è intervenuto anche Francesco Agati, portavoce dei “Movimenti di Destra Uniti di Gela”. “Ci preoccupa vedere questi individui completamente sconosciuti alle forze di Polizia vivere nella zona di Manfria – accusa Agati – riterremmo responsabili la forze dell’ordine e la prefettura di Caltanissetta in caso di reati contro la persona e contro la proprietà effettuati dagli immigrati”.
