Gela. L’Asp Cl2 ha dato mandato al mega pagamento da quasi 900 mila euro a 37 medici operanti in diverse unità operative dell’area sud che comprende anche l’ospedale “Vittorio Emanuele” di via Palazzi. Si tratta di prestazioni aggiuntive effettuate tra gennaio e novembre 2021 nelle diverse fasce orarie. Quest’ultimo dettaglio, rappresentato dalle tariffe diurne e notturne, ha influito particolarmente nel calcolo degli importi complessivi erogati ai medici. Infatti l’importo orario, comprensivo di oneri previdenziali e irap, varia da 60 euro a 480 euro per il turno notturno. Due medici, dei complessivi trentasette, hanno percepito oltre 100 mila euro a testa, con esattezza euro 112.798,98 e 108.909,36. Non si è trattata, dunque, di una distribuzione equa di un monte ore ma del pagamento su base oraria relativo alle sole prestazioni aggiuntive. Complessivamente sono 16 i camici bianchi che, nel periodo di riferimento, hanno garantito prestazioni aggiuntive nel turno notturno.
Le somme sono un vero e proprio extra rispetto all’attività medica riconosciuta nei turni di lavoro quotidiani e regolarmente retribuita in altre voci di bilancio dell’Asp di Caltanissetta, diretta dal manager Alessandro Caltagirone.
Sono più di una decina gli importi più corposi riconosciuti, dall’Asp nissena ai medici dell’area sud, per le prestazioni aggiuntive effettuate dai medici. Oltre ai due casi isolati di chi ha superato la soglia importante dei centomila euro in undici mesi, figurano rette corpose che oscillano da euro 71.600,76 a euro 58.106,16, euro 54.692,82 e 45.961,02 solo per indicarne alcuni. Naturalmente si tratta di pagamenti leciti e avvalorati anche dalla carenza di personale medico che, invece, rischia di accendere i riflettori sull’annoso problema dell’organico non allineato alle reali esigenze del territorio. Voce di bilancio, quella dei costi aggiuntivi, che incide particolarmente sulle casse dell’Asp di Caltanissetta già colpita da una crescente migrazione sanitaria soprattutto dei cittadini che insistono nell’area sud costretti a pagare di tasca propria per curarsi in ospedali più attrezzati.