Morte Vizzini, imputati si difendono: operaio, “dalla gru non potevo vederlo”

 
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Gela. Si sono difesi dalle accuse che gli vengono mosse dai pm della procura. Orazio Fidone e Giuseppe Antonuzzo, sono tra gli imputati per la morte, avvenuta in raffineria, dell’operaio Antonio Vizzini. Il lavoratore, allora alle dipendenze della società “Lorefice&Ponzio”, perse la vita a causa delle gravissime conseguenze di un incidente, che si verificò otto anni fa mentre era in un cantiere avviato, proprio tra gli impianti del sito industriale. Venne colpito durante le operazioni condotte con una gru. Antonuzzo manovrava il mezzo e insieme agli altri imputati risponde di omicidio colposo. In aula, davanti al giudice Miriam D’Amore, ha però respinto le contestazioni. “Durante le manovre – ha spiegato – non potevo vedere se ci fosse ancora Vizzini. Avevamo stabilito che lui dovesse allontanarsi. Doveva stare ad almeno venti metri di distanza. I contatti li avevamo avuti attraverso la ricetrasmittente”. Il lavoratore, che ha risposto alle domande del pm Pamela Cellura e dei legali di parte civile e di difesa, ha confermato la sua versione dei fatti. Per la procura, ci furono presunte violazioni e irregolarità. Ha escluso anomalie nei piani di sicurezza, invece, l’altro imputato, Orazio Fidone, che all’epoca operava, anche per conto di “Lorefice&Ponzio”, come Rspp, per garantire il rispetto della normativa.

A sua volta, ha ripercorso la dinamica dei fatti, ma ha ribadito la piena osservanza delle prescrizioni. Sono a processo, inoltre, Domenico Lorefice, Angelo Vergati, Leandro Lorefice, Giovanni Nunnari, Antonio Bennici e Stefano Lo Coco. Si tratta degli imprenditori dell’azienda e di tecnici. In aula, si tornerà il prossimo giugno, in attesa del deposito di una nuova perizia, disposta dal giudice, che dovrebbe contribuire a fare ancora maggiore chiarezza sull’accaduto. I familiari dell’operaio sono costituiti parti civili, rappresentati dai legali Dionisio Nastasi, Riccardo Lana, Giuseppe Ferrara e Giuseppe Catanese. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Ornella Crapanzano e Enrico Valentini.

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