Gela. Ci sarebbero state delle irregolarità nell’affidamento di un intervento straordinario di rimozione dei cumuli di rifiuti, formatisi in strada, nell’aprile di quattro anni fa, con l’allora giunta Messinese. Le attività furono assegnate all’azienda “Licata Clean service” (che risulta estranea all’indagine). Questa mattina, dai banchi della procura è stata ribadita la richiesta di rinvio a giudizio per l’allora dirigente del settore ambiente del Comune, Patrizia Zanone, e per il funzionario, Rocco Incardona. In base a quanto ricostruito dai pm, avrebbero favorito l’azienda che ottenne l’affidamento del servizio, a discapito di un’altra società, la “Roma Costruzioni”. L’imprenditore Giuseppe Romano segnalò i fatti ed è parte civile, rappresentato dal legale Fabrizio Ferrara. Al proprietario della “Roma Costruzioni” sarebbe stato riferito che in quel frangente non c’erano fondi per coprire il servizio straordinario di rimozione dei cumuli, solo per farlo desistere dal partecipare alla procedura.
Conclusioni che i legali degli imputati, gli avvocati Rocco La Placa, Franca Gennuso e Tommaso Vespo, anche con documentazione sulla procedura, hanno respinto, opponendosi alla richiesta di rinvio a giudizio. Così come chiesto dalla parte civile, nel giudizio c’è anche il Comune, come responsabile civile. L’ente si è costituito, con l’avvocato Jessica Di Martino. I cumuli vennero rimossi, anche con l’uso di mezzi speciali, evitando conseguenze igienico-sanitarie. La decisione del gup arriverà a maggio.