Gela. Una proroga d’indagine per approfondire la posizione di due titolari di altrettante agenzie di pompe funebri. L’imprenditore denunciò di aver subito pressioni. Sono accusati d’estorsione ai danni dell’imprenditore che, per il tramite della propria azienda edile, effettuò lavori di costruzione di oltre duecento loculi all’interno del cimitero di Farello. Un appalto commissionato proprio dalla confraternita della quale facevano parte i due indagati. La proroga delle indagini è scattata subito dopo le perquisizioni effettuate nelle abitazioni e negli uffici dei due, disposte dai magistrati della procura ed effettuate dai poliziotti della mobile di Caltanissetta e da quelli del commissariato di via Zucchetto. L’imprenditore che denunciò i fatti, facendo proprio riferimento al periodo durante il quale si aprirono i cantieri a Farello, ha dichiarato davanti agli inquirenti di aver subito pressioni non solo per l’assunzione di operai, parenti degli indagati, ma anche per il pagamento del pizzo. Circa 45 mila euro che il titolare dell’azienda avrebbe versato sui conti corrente degli indagati al momento d’incassare i primi stati d’avanzamento lavori. I due, difesi dall’avvocato Alfredo D’Aparo, hanno sempre negato di aver chiesto denaro o fatto pressioni per l’assunzione di parenti. Non sono ancora stati sentiti dagli inquirenti. Le perquisizioni scattarono ad ottobre mentre la denuncia dell’imprenditore arrivò sui tavoli dei funzionari di polizia a febbraio.