Gela. I termini per un’eventuale impugnazione, sia davanti al Tar che alla presidenza della regione, sono scaduti da qualche settimana. Una soluzione politica? Secondo diversi tecnici, l’ente comunale non ha più possibilità di contestare il piano paesaggistico provinciale e i tanti vincoli imposti sul territorio. A questo punto, l’unica soluzione potrebbe essere politica, magari per il tramite di modifiche da apportare alla recente legge regionale che definisce la materia della perimetrazione proprio dei vincoli. Di certo, mentre si attende ancora di capire quale sorte avrà il piano regolatore generale fermo da decenni, il piano paesaggistico potrebbe diventare un grosso grattacapo per l’amministrazione comunale.
L’ombra dei ricorsi. Tra i punti più controversi, ci sono le perimetrazioni Sic e Zps che segnano intere fette di territorio, escludendo qualsiasi ipotesi d’edificazione.Non mancano dubbi neanche sulla cartografia utilizzata per redigere gli atti. Il contenuto del piano varato dalla provincia e dalla soprintendenza, in ogni caso, costituisce una fonte sovraordinata rispetto allo stesso prg. Di conseguenza, il piano regolatore in corso d’approvazione dovrà successivamente essere aggiornato con i contenuti del piano paesaggistico. Molti tecnici locali sono piuttosto chiari nella loro disamina, a vincoli si aggiungeranno altri vincoli. Se il contenuto della valutazione ambientale strategica al prg ha suscitato la reazione addirittura dell’allora consiglio comunale, con tanto di ricorso alla Regione, i vincoli imposti dal piano provinciale potrebbero far scattare una sequela di ricorsi amministrativi, soprattutto da parte di quei proprietari che attendevano di poter edificare in aree sensibili come, ad esempio, quelle vicine alla fascia costiera. Non è ancora chiaro cosa intenda fare l’amministrazione comunale mentre già tanti proprietari di aree finite sotto vincolo si preparano ad avviare un lungo iter giudiziario.