Il summit di mafia e i messaggi, “è vicino al boss”: confermata sorveglianza a Zuppardo

 
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Gela. E’ vicino al boss sessantenne Salvatore Rinzivillo. I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la misura della sorveglianza speciale, imposta al sessantaquattrenne Emanuele Zuppardo, attualmente imputato, davanti al collegio penale del tribunale di Gela, a seguito dell’inchiesta antimafia “Exitus”. I magistrati romani non hanno accolto il ricorso presentato dalla difesa di Zuppardo, confermando quanto già deciso dalla Corte d’appello di Caltanissetta. Ci sono tutte le condizioni per la misura. La difesa di Zuppardo si era rivolta alla Cassazione, chiedendo l’annullamento di quanto stabilito in appello. Zuppardo, secondo la linea difensiva, avrebbe da tempo preso le distanze da ambienti della criminalità organizzata. Prima di essere coinvolto nell’inchiesta, lavorava regolarmente, fuori dalla Sicilia. Gli investigatori, però, lo ritengono pienamente attivo nel gruppo Rinzivillo, tanto da essersi messo a disposizione del boss, partecipando anche ad una riunione tra affiliati, in un bar della città, monitorata dagli investigatori.

Contestazioni che Zuppardo ha sempre respinto, in attesa che arrivi la decisione del collegio penale di Gela, nel dibattimento dell’inchiesta “Exitus”. La Cassazione ha respinto il ricorso, dando seguito a quanto già indicato in appello. “Il decreto impugnato ha esposto in modo esteso e articolato gli elementi di fatto dai quali desumere una significativa pericolosità sociale. Essa è stata ritenuta – scrivono i giudici – sulla scorta dei ripetuti contatti, nonostante fosse detenuto e approfittando dei permessi-premio, intercorsi con Salvatore Rinzivillo, dal quale aveva ricevuto messaggi da trasmettere a terzi, il cui tenore era anche specificato, e dalla sua partecipazione a una riunione fra appartenenti alla medesima associazione mafiosa”.

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