Gela. Un intero stabilimento per la produzione d’inerti finito all’asta, una causa ferma al tribunale di Cagliari da ormai tre anni e, adesso, l’imprenditore Emilio Missuto potrebbe tornare a protestare.
“Una causa civile ferma da tre anni…”. Il suo gruppo edile venne messo in ginocchio da crediti mai arrivati in cassa. Per questa ragione, ha portato in giudizio gli amministratori di un comune sardo che non avrebbero versato quanto dovuto a seguito di una serie di lavori svolti proprio dalla sua azienda. “Al tribunale di Cagliari – spiega – è tutto fermo. Parliamo di una causa che va avanti da tre anni mentre le mie aziende sono finite sul lastrico. Tutto questo perché abbiamo semplicemente chiesto che i lavori pubblici svolti ci venissero pagati”. Da almeno tre anni, l’imprenditore, insieme ai suoi fratelli, prosegue in una protesta fatta di lunghi scioperi della fame e della sete davanti a palazzo di giustizia e, addirittura, al Quirinale. “Questa volta – aggiunge – non mi fermerò più. Tutti ci stanno voltando le spalle, comprese le istituzioni”.
Saltato il nolo dei mezzi nei cantieri della Caltanissetta-Agrigento. Nonostante l’inserimento nella white list della prefettura di Caltanissetta che raggruppa tutte le aziende estranee ad infiltrazioni mafiose, l’attività dell’imprenditore è ferma da tempo. Lo stabilimento di contrada Sabuci, realizzato anche per il tramite di fondi comunitari, è finito all’asta e continua ad essere teatro di furti e danneggiamenti. “Negli ultimi mesi – continua – abbiamo cercato di diversificare le attività pur di ritornare a lavorare. La crisi, però, ci sta soffocando. Avevamo concesso nostri mezzi in nolo ad un’azienda impegnata nei cantieri del raddoppio stradale Caltanissetta-Agrigento ma tutto è saltato. L’azienda non è stata pagata dal committente e, di conseguenza, ha dovuto rinunciare”.