Caltagirone. Eccezioni preliminari sono state avanzate dalle difese, sulle modalità autorizzative delle intercettazioni. Il collegio penale del tribunale di Caltagirone, prima di disporre l’apertura del dibattimento, ha scelto di riservarsi, anche per decidere sulla costituzione di parte civile dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano” (rappresentata dall’avvocato Valentina Lo Porto). Davanti ai giudici, ci sono undici imputati, tutti ritenuti vicini ai clan di mafia di Niscemi. Per le accuse, mosse dai pm della Dda di Catania, avrebbero imposto estorsioni a diversi imprenditori gelesi, impegnati in appalti, anche pubblici, proprio a Niscemi. Le loro aziende lavoravano in settori come la raccolta rifiuti e l’edilizia. Chi non pagava, avrebbe rischiato ripercussioni e danneggiamenti. Sono queste le contestazioni che emergono. Due settimane fa, però, il gup del tribunale di Catania ha assolto altri coinvolti, che avevano optato per il rito abbreviato. La decisione favorevole è stata pronunciata per Roberto Aleo e Salvatore Calcagno. Il collaboratore di giustizia, Antonino Pitrolo, ha invece patteggiato.
In dibattimento, davanti ai giudici calatini, ne rispondono Francesco Amato, Gianfranco Arcerito, Salvatore Blanco, Salvatore Di Pasquale, Salvatore Ferrara, Salvatore Mastrantonio, Francesco Melfa, Salvatore Perticone, Rosario Russo, Rosario Zarba e Giuseppe La Russa. Le aziende gelesi, da quanto emerso, avrebbero pagato almeno fino al 2006. I titolari sono già costituiti parti civili, con i legali Fabrizio Ferrara, Stefano Scepi, Laura Cannizzaro e Salvatore Falzone. Parte civile è anche il Comune di Niscemi, rappresentato dall’avvocato Aurelio Lattaferro. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Spataro, Salvo Macrì, Fabio Bennici, Danilo Tipo, Luigi Cinquerrui, Agata Maira, Massimo Consortini, Eugenio Muscia, Barbara Biondi, Marco Greco, Donatella Singanella e Franco Passanisi. In aula, si tornerà a fine febbraio.