“In città come Gela su 5 decessi 4 causati da tumori”, l’Ups vuole rivedere la legge sulle royalties

 
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Gela. “I benefici per l’inquinamento nelle zone sic devono essere estesi anche ai Comuni interessati dall’attività di estrazione”.
“Si riveda la legge”. A chiederlo è Giorgio Sortino, presidente e amministratore delegato dell’Ups (Unione comuni e province petrolifere siciliane), secondo il quale “nelle aree dove si raffina, come Gela, su 5 decessi 4 sono provocati da tumori. Nel comune del golfo, a Melilli, Augusta e Milazzo, si raffina il 70 percento del fabbisogno nazionale, a costo zero. In questi territori non esiste la dignità, perché si tolgono le medicine, gli ospedali e la vita”. L’Ups, nell’evidenziare che nel 1999 Gela è stato comune capofila nell’ottenimento dei 3/4 dell’estrazione petrolifera e che tra tutti i comuni beneficiari, ad oggi sono stati assegnati 420 milioni di euro, è tornato ad accendere i riflettori sui diritti negati alle amministrazioni comunali. con una lettera, si è rivolto a Rosario Crocetta, presidente della Regione, per chiedere “la rivisitazione della legge Capodicasa (numero 10/99), vincolando le risorse a progetti di sviluppo coordinati dall’Ups. Sollecita, inoltre, la richiesta congiunta con Crocetta e il presidente del Consiglio dei Ministri, sulla fattibilità di erogazione delle royalties dei pozzi a mare in favore della regione e quindi anche dei Comuni, come parte delle accise sulla raffinazione ai Comuni sede di impianti”. Sulla vicenda delle piattaforme era intervenuto anche l’assessore all’Urbanistica, Fabrizio Morello, secondo il quale “il colosso energetico Eni deve regolarizzare le piattaforme definendone l’accatastamento”. Soluzione che porterebbe alle casse comunali almeno dieci milioni di euro annui.

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