Gela. Dodici infermieri trasferiti, nessun pronto soccorso infettivologico con annessa tac inaugurato, reparti di degenza accorpati, attività operatoria ridotta ai minimi termini o solo ed esclusivamente per le emergenze-urgenze. È allarme all’ospedale, dove il Nursind segnala una situazione che continua a peggiorare.
La segreteria territoriale e aziendale del sindacato degli infermieri ricorda come “il reparto di Rianimazione e personale ad esso afferente, sia stato prima spremuto fino ad occuparsi del doppio dei pazienti gestibili, e poi mestamente chiuso con pazienti trasferiti nel nosocomio del capoluogo, con rischi annessi e connessi”. E ricorda come “12 infermieri, senza nessuna esperienza di Terapia Intensiva, sono stati spostati nel giro di qualche ora, personale infermieristico sottratto prepotentemente al presidio ospedaliero Vittorio Emanuele, in un modo che a confronto il “ratto delle Sabine” da parte dei romani dovrebbe arrossire. Certo gli infermieri si possono spostare come burattini senza nessuna possibilità di contraddittorio. Chi colmerà ci chiediamo questi buchi in organico allorché verrà riaperta la Rianimazione e gli Infermieri ad essa assegnata ritorneranno al proprio posto? Come mai, non si è deciso di arruolare personale Infermieristico in tempo utile?”.
Il Nursind stigmatizza inoltre l’incontro tra Direzione strategica e forza politiche del territori, “incontro avvenuto senza contraddittorio di chi, come la parte sindacale, avrebbe potuto offrire la propria opinione sul campo in merito alla governance sanitaria in questi oltre due anni di pandemia. Sembra beffardo – prosegue il Nursind – dopo che l’Asp è stata fortemente sollecitata dalle forze politiche insistenti sul territorio nonché dalle organizzazioni di cittadini, assistere alla corsa a riparare il grave “smacco” perpetrato al territorio, come quella del reclutamento di 33 dirigenti medici per varie discipline da assegnare solo ed esclusivamente al Vittorio Emanuele”.