Butera. Dopo 14 anni dalla sua realizzazione è stato aperto lo svincolo della zona industriale di Butera. Il taglio del nastro è avvenuto questa mattina alla presenza del vice sindaco Giusi Pisano, di Pasquale Amato, direttore dei lavori e progettista, di Gregorio d’Agata della “Sicula costruzioni” che ha effettuato l’opera, e di una rappresentanza dei pochi imprenditori, ancora insediati nell’area industriale buterese, retta da Filippo Chimera, manager dell’omonima azienda di autodemolizioni.
Per il direttore dei lavori si è trattato di “un percorso estenuante e lunghissimo”. Il progetto da 6,8 milioni di euro non a caso venne appaltato nel maggio 2006 e i lavori furono ultimati due anni dopo. Da allora, però, lo svincolo della zona industriale è rimasto chiuso a seguito di una serie di vicende giudiziarie. Si tratta di oltre due chilometri che includono anche un imponente sovrapassaggio.
“Si paga lo scotto di lentezze burocratiche – spiega Pasquale Amato – Ci troviamo con 38 lotti di terreni assegnati, in buona parte, alle imprese, per 550 mila metri quadri di zona industriale che di fatto sono stati privati del collegamento con la ss626 che conduce all’autostrada. E’ comunque un grande successo – conclude il progettista – che mette in evidenza gli atti di coraggio delle amministrazioni Casisi, prima, e Balbo oggi. Loro sono andati oltre vere e proprie pressioni di mobing”.
La riapertura è stata possibile grazie al coinvolgimento dell’impresa che aveva ultimato lo svincolo nel 2008. Gli attuali recuperi e ripristini avrebbero inciso, con una variante, in un aumento di appena il dieci per cento. “I ripristini li abbiamo pagati noi e il comune – Gregorio d’Agata, imprenditore – Non è possibile fare impresa in questo modo. Ho iniziato che ero adolescente. Non può durare un processo tutto questo tempo”. Il vice sindaco di Butera getta acqua sul fuoco e, nell’occasione, prova a rilanciare il futuro economico della zona industriale di Butera. “Le imprese della zona industriale sanno che l’amministrazione Balbo è stata a loro completa disposizione – ricorda Giusi Pisano – L’economia riparte nel momento in cui viene collaudata un’opera. Siamo riusciti a risolvere i problemi annosi, evitando anche revoche di finanziamento. Questo è un centro nevralgico. Per incentivare nuovi insediamenti saremo a disposizione di chi vorrà investire”. Il rappresentante degli imprenditori saluta con cauto ottimismo il taglio del nastro e propone nuovi investimenti. “Manca una cosa fondamentale – conclude Filippo Chimera – ovvero il raccordo ferroviario. La linea ferrata passa a 700 metri di distanza dalla zona industriale. Sarebbe opportuno intercettarla”.