Gela. Le indagini si concentrarono su fatti, verificatisi nel maggio dello scorso anno, in via Bevilacqua e in via Annibal Caro. Ci fu un’aggressione, seguita poco dopo da colpi di arma da fuoco, esplosi contro un’abitazione. Per i pm della procura, in entrambi i casi si trattò di tentato omicidio. Le difese dei due coinvolti, il quarantenne Crocifisso Di Gennaro e il trentacinquenne Giuseppe Benedetto Curvà, non hanno scelto riti alternativi. A seguito del giudizio immediato, richiesto dai pm della procura, il dibattimento partirà ad inizio marzo. Negli scorsi mesi, il riesame si pronunciò sulla posizione di Di Gennaro, escludendo l’ipotesi del tentato omicidio ed accogliendo in gran parte la linea della difesa, sostenuta dagli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello. La procura, però, ritiene che l’aggressione, addebitata a Di Gennaro e ad un minore, e gli spari, dei quali è ritenuto responsabile Curvà, mantengano tutti gli estremi del tentato omicidio.
Il quarantenne, spalleggiato da un minore, per i pm e i carabinieri colpì più volte Curvà, dopo averlo fatto finire a terra. Per vendicarsi, il trentacinquenne (difeso dal legale Giovanni Lomonaco) avrebbe sparato contro l’abitazione della famiglia del minore, rischiando di colpire una giovane. Tutte accuse che saranno i giudici a valutare, in dibattimento.