Gela. La riparazione dell’interconnessione tra le dighe Disueri e Cimia è stata completata, sul finire della scorsa settimana. Un intervento che gli agricoltori locali attendevano da mesi. Per tornare alla normalità (sempre che di normalità si possa parlare), bisognerà però attendere. Ancora ad inizio settimana, Cimia non aveva invasato e anche l’acqua delle dighe locali ha continuato ad essere sversata in mare. Gli agricoltori pretendono un cambio di passo. Tante aziende sono in enorme difficoltà, vista l’assenza di risorse idriche per i campi. “Non si possono attendere quattro mesi per un lavoro di riparazione, da circa cinquemila euro – dice Liborio Scudera – è assurdo. Le dighe devono ritornare nella competenza dei Consorzi di bonifica. Purtroppo, la gestione del dipartimento regionale ha fallito e noi paghiamo lo scotto, a caro prezzo. Non possiamo andare verso i mesi più caldi, senza avere la certezza dell’acqua. Le aziende del settore chiudono e nessuno fa niente”. Con la riparazione dell’interconnessione, dovrebbero essere più agevoli le operazioni per invasare a Cimia e garantire almeno un minimo di forniture agli agricoltori del territorio, che sono tornati a riunirsi. Non riescono più a sostenere una situazione di costante assenza dell’acqua, anche per le attività di base. “Sappiamo che il dirigente generale del dipartimento ha intenzione di venire in città, per degli incontri – aggiunge Scudera – ma noi non possiamo che confermare l’inefficienza della gestione del dipartimento. Anche invasare l’acqua, nonostante la riparazione dell’interconnessione, sta diventando un’operazione senza garanzie. Gli addetti non danno seguito alle nostre richieste”.
Il quadro complessivo rimane preoccupante. L’assessore al ramo, Giuseppe Licata, nelle scorse settimane ha avuto incontri in Regione, anche sulla questione delle dighe, che è probabilmente quella che incide di più sul futuro dell’intero comparto locale.