Accuse da una paziente, assolto un medico: “Quel tumore non poteva essere individuato”

 
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Gela. Cade l’accusa contestata al medico, specializzato in cardiologia, Salvatore La Rosa. La paziente non si è mai costituita. Nei suoi confronti, il giudice Silvia Passanisi ha pronunciato una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Il medico era finito a processo con l’accusa di lesioni dopo la denuncia sporta da una paziente. In base alle accuse, non le avrebbe diagnosticato la presenza di un timoma, una rara forma tumorale. La donna, però, non si è mai costituita in giudizio. Fin dall’inizio del dibattimento, la difesa del medico, rappresentata in aula dall’avvocato Antonio Gagliano, ha sempre escluso qualsiasi responsabilità. Gli accertamenti richiesti al medico, infatti, non avrebbero mai potuto condurre ad individuare la presenza di una massa tumorale. “Il mio assistito – ha detto l’avvocato Gagliano in aula – non ha sbagliato valutazioni né è possibile rintracciare elementi di colpa. Ha eseguito un ecocardiogramma su richiesta del medico curante della paziente e da quell’esame non è possibile risalire ad un timoma, peraltro incapsulato”. Una linea esposta durante la sua requisitoria anche dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro che ha chiesto al giudice Passanisi la pronuncia di una sentenza d’assoluzione. Già i periti sentiti in aula avevano messo in dubbio la possibilità che dall’ecocardiogramma si potesse arrivare a scoprire la massa tumorale anche davanti ad un eventuale compressione dell’atrio destro. Stando agli esperti, inoltre, la mancata individuazione non avrebbe per nulla inciso sullo sviluppo della patologia. Così, il giudice Passanisi ha pronunciato una sentenza di assoluzione. Il medico ha sempre ribadito che l’esame svolto non avrebbe mai consentito d’individuare la massa tumorale sviluppatasi in una zona completamente diversa da quella analizzata. 

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