Gela. Il 2016 dovrebbe essere l’anno del via libera definitivo agli investimenti di Enimed, almeno per quanto riguarda il protocollo firmato a Roma tra i tavoli del ministero dello sviluppo economico.
Non solo Prezioso K… I manager del gruppo, anche nel corso di un vertice tenutosi nelle scorse ore, hanno confermato la volontà di dare seguito agli impegni. Il punto nodale si chiama Prezioso K, la nuova piattaforma prevista nel progetto Argo-Cassiopea. Davanti ai segretari provinciali di Filcterm, Femca e Uiltec, i manager non si sono limitati all’analisi d’investimenti legati solo ai programmi di trivellazione in mare. Si mirerebbe anche al rafforzamento dei progetti esplorativi a terra. Investimenti che potranno concretizzarsi con l’ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni. Sul fronte Prezioso K, invece, gli unici dubbi riguardano l’esito del giudizio che si sta tenendo davanti ai magistrati del Consiglio di Stato dopo il ricorso presentato da associazioni e comuni. “L’azienda ha ribadito tutta la volontà d’investire – spiega il segretario Femca Francesco Emiliani – ma, allo stesso tempo, servono certezze soprattutto autorizzative. Il sindacato, a questo punto, non può che vigilare sia sul rispetto degli impegni assunti dall’azienda sia sui tempi per il rilascio delle autorizzazioni. Non possiamo permettere nuovi ritardi”.
La manutenzione delle pipeline. Per questa ragione, i segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania, già nei prossimi giorni, inizieranno a valutare quanto accertato dalle commissioni interne all’azienda, composte da lavoratori ed rsu. La posizione di Enimed, quindi, sembra escludere qualsiasi ipotesi di riduzione di personale. Invece, a regime, si dovrebbe arrivare ad integrare i circa 120 operatori che da raffineria passano proprio ad Enimed. Allo stato attuale, invece, tra upstream e downstream, sono almeno 400 i lavoratori in trasferta. Ai sindacalisti presenti all’incontro, i manager Enimed hanno confermato di voler intervenire su linee e pipeline con l’obiettivo di effettuare manutenzioni. Un gruppo di operatori sarebbe già stato organizzato per l’avvio dei rilievi necessari. Soprattutto negli ultimi anni, non sono mancati sversamenti d’idrocarburi generati proprio da linee vetuste. In totale, nel protocollo firmato a Roma nel novembre di un anno fa, sono quasi due miliardi di euro le somme da investire, la gran parte destinata ai progetti di trivellazione ed esplorazione. “Abbiamo chiesto – conclude Emiliani – che l’azienda presenti un dettagliato schema delle somme da impiegare anno per anno. Solo in questo modo, potremmo capire se i patti verranno rispettati”. Una linea condivisa sia dal segretario Uiltec Maurizio Castania che da quello Filctem Gaetano Catania. Il 2016 sarà l’anno degli investimenti? Tra autorizzazioni da rilasciare e lavoratori in attesa di capire quale futuro li aspetti, la trattativa non è affatto conclusa. “Nonostante tutto – confermano i segretari – le attività di progettazione e ingegnerizzazione stanno proseguendo”. Sullo sfondo, rimane la vertenza tutt’altro che risolta degli operai dell’indotto, in attesa di capire quali spiragli si apriranno per la nuova green refinery.