Gela. Nel settembre dello scorso anno, è stata condannata a cinque anni e sei mesi di detenzione, con l’accusa di tentato omicidio. Una decisone che è stata impugnata, in appello. Una giovane, all’epoca dei fatti ancora minorenne, colpì una compagna di corso, impugnando un coltello. Avrebbe agito per dissapori personali. La vittima riportò gravi ferite e fu sottoposta ad un intervento. Il gup del tribunale minorile di Caltanissetta ha confermato l’accusa di tentato omicidio, ritenendo che ci fosse l’intenzione di uccidere, come sostenuto dalla procura. La difesa dell’imputata si è rivolta ai giudici della Corte d’appello. I legali, gli avvocati Francesco Enia e Giusi Ialazzo, fin dalla fase delle indagini hanno sostenuto che non si trattò di tentato omicidio. Non ci sarebbe stata alcuna intenzione di uccidere, come hanno ripetuto davanti al gup. Per questa ragione, in abbreviato hanno chiesto una riqualificazione del capo di imputazione, che però il magistrato non ha accolto, pur riconoscendo le attenuanti.
In secondo grado, verranno valutate le ragioni del ricorso, presentato nell’interesse dell’imputata. Si arrivò all’abbreviato, in primo grado, dopo che la procura minorile ottenne la revoca del periodo di messa alla prova, che era stato concesso all’imputata. Per i pm, non ci fu un esito favorevole, a seguito di troppe infrazioni. Toccherà ai giudici di appello ritornare sul caso. La famiglia della giovane ferita ha seguito il procedimento, assistita dal legale Filippo Spina.