Gela. Erano passati solo pochi giorni da quando la figlia non ancora quattordicenne era stata trovata morta all’interno della loro abitazione del centro storico.
La telefonata dopo la terribile morte. Il tragico dolore della madre, però, venne reso ancor più intenso da una telefonata. Due giovanissimi chiedevano della ragazza, fingendo, secondo le accuse, di non sapere che fosse morta. Durante la conversazione, inoltre, non sarebbero mancati presunti versi offensivi. Così, la madre della tredicenne ha deciso di denunciare tutto. I due giovanissimi autori della telefonata vennero identificati per il tramite dei tabulati. Adesso, sono stati rinviati a giudizio. Il prossimo 5 maggio per loro inizierà il processo davanti ai giudici del tribunale dei minori di Caltanissetta. Devono rispondere di molestie telefoniche. La madre della tredicenne morta, invece, ha deciso di seguire per intero il procedimento penale come parte offesa e, per questa ragione, sarà assistita dall’avvocato Salvo Macrì, lo stesso legale che per conto della famiglia sta seguendo l’evolversi dell’inchiesta penale avvita dai magistrati della procura di Gela all’indomani del ritrovamento del corpo della giovanissima. I due minorenni accusati di molestie, per il tramite dei loro avvocati Donisio Nastasi e Gloria Iannizzoto, non hanno optato per eventuali riti alternativi. Stando ai difensori, non avrebbero avuto alcuna intenzione di offendere la memoria della ragazza ma avrebbero telefonato credendo di contattare la famiglia di una loro conoscente, omonima della giovanissima morta. Una linea che, però, non ha convinto il giudice dell’udienza preliminare del tribunale dei minori di Caltanissetta che ha deciso per il rinvio a giudizio.