Operai colpiti da emissioni, un perito per il Taf dell’Eni: dubbi sulla scelta

 
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Gela. Un perito per approfondire lo stato di funzionamento dell’impianto per il trattamento delle acque di falda all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. La decisione è stata assunta dal giudice Chiara Raffiotta

nell’ambito del processo a carico dell’ingegnere Rosario Orlando.
Il dipendente Eni, infatti, è accusato di non aver adottato tutte le necessarie misure di precauzione per impedire che una decina di operai dell’azienda edile Edilponti venisse raggiunta da presunte emissioni rilasciate proprio da quell’impianto. I fatti risalgono all’estate di cinque anni fa. Gli operai, impegnati nei lavori per la realizzazione del sistema di biofissazione delle alghe, sarebbero stati colpiti da emissioni capaci di produrre alcuni malori.
La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Gualtiero Cataldo, comunque, ha già preannunciato di voler ricusare il perito nominato dal giudice. La scelta del magistrato è caduta sull’esperto Fabrizio Nardo. Stando alla difesa, però, il perito non assicurerebbe la massima imparzialità. Già in passato, i legali del gruppo Eni avevano sollevato dubbi sulla posizione del tecnico che, a loro dire, avrebbe pubblicamente espresso giudizi negativi sulle procedure adottate all’interno del sito produttivo.

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