Auto rubate e piazzate in città, venivano bruciate per impedire le indagini: chieste cinque condanne

 
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Gela. Cinque condanne da confermare. E’ questa la richiesta che arriva dalla procura generale di Caltanissetta nei confronti di altrettanti imputati.

Le auto piazzate in città tramite autosaloni. Si tratta di titolari di autosaloni e di tecnici che, stando alle accuse, avrebbero piazzato auto rubate all’estero e reimmatricolate in Italia. Addirittura, si sarebbero serviti di giovani pronti ad incendiare le vetture rivendute quando si temeva che l’origine venisse scoperta dalle forze dell’ordine. In primo grado, sono state sette le condanne. La procura generale, in appello, ha però chiesto l’assoluzione per due degli imputati. Le auto, anche di grossa cilindrata, sarebbero state piazzate in città dopo interventi sugli identificativi delle carrozzerie. I difensori degli imputati, gli avvocati Carmelo Tuccio, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Tiziana Giardino e Alfredo D’Aparo hanno sempre escluso che i loro assistiti conoscessero l’origine delle automobili. Spetterà proprio ai legali discutere all’udienza del prossimo 14 gennaio.

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