Roma. Il decreto istitutivo della Zona economica speciale della Sicilia Orientale risale a due anni fa, con la firma dell’allora ministro per il sud, il dem Giuseppe Provenzano. C’è anche il territorio locale, anzitutto con l’area industriale, tra quelli che hanno ottenuto l’istituzione della Zes. Da allora, però, almeno sul piano dei nuovi investimenti, non si è visto molto. Chiaramente, le attività produttive già insediate nelle aree locali, riconosciute come Zes, stanno usufruendo dei primi benefici, fiscali e contributivi. Per nuovi investimenti, però, pare si debba ancora attendere. Dal governo, questa volta con la firma del ministro Mara Carfagna (che nell’esecutivo del premier Draghi ha preso il posto di Provenzano), è arrivata la nomina del commissario, che si dovrebbe occupare di dare piena attuazione alle Zes della Sicilia Orientale. Si tratta del docente universitario Alessandro Di Graziano. Ha già diverse esperienze, non solo nella docenza e nella ricerca.
E’ stato “componente del consiglio direttivo dell’Asstra, Associazione Nazionale delle Aziende di Trasporto e socio dell’Organizzazione Internazionale dei Trasporti Pubblici (UITP), è membro dell’Associazione mondiale delle Strade (AIPCR) e del gruppo di lavoro presso l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ASNF) per l’individuazione delle norme tecniche applicabili alle ferrovie isolate. È stato componente (2012-2017) dell’Osservatorio Nazionale per il Trasporto Pubblico Locale presso il Ministero dei Trasporti. Già Direttore Generale della Ferrovia Circumetnea (2014-2018), Gestione Governativa del Ministero dei Trasporti, nonché vicepresidente dell’Azienda Metropolitana Trasporti AMT di Catania”, questo riportano le note ufficiali. Per la Zes della Sicilia Occidentale, invece, è stato individuato Carlo Amenta. La Zes locale, negli scorsi mesi, era ritornata alla ribalta, non tanto per nuovi investimenti, quanto invece per la scelta di inserire le strutture portuali cittadine nell’Autorità della Sicilia Occidentale. Per alcuni esperti, si tratterebbe di una sorta di controsenso, con i porti affidati a Palermo e la Zes, invece, che ricade nell’area di interesse di Catania.