Gela. Ha confermato di essere stato aggredito, tra i vicoli del centro storico. Padre e figlio lo avrebbero colpito alla testa, utilizzando anche un martello da fabbro. Il ferito, che ha parlato questa mattina davanti al collegio penale del tribunale, ha ripercorso quei momenti. I due aggressori, sia in primo che in secondo grado, sono stati condannati per tentato omicidio. Padre e figlio, Giuseppe Rinella e Simone Rinella, si sono rivolti alla Cassazione. In dibattimento, invece, ci sono i due presunti complici, che avrebbero fatto da palo. La vittima dell’aggressione ha ribadito che quella sera, insieme ai Rinella, c’erano Roberto Asmetto e Carmelo Vella, in giudizio per rispondere di concorso in tentato omicidio. Durante l’esame, la vittima dell’aggressione ha risposto alle domande del pm, a quelle del difensore degli imputati (l’avvocato Giuseppe Smecca) e del suo legale di parte civile (l’avvocato Filippo Lo Faro). Per la difesa degli accusati, sarebbero emerse contraddizioni tra la versione resa in aula dall’aggredito e quella che fu riferita ai carabinieri, che riuscirono a ricostruire i fatti.
Secondo gli investigatori, ci sarebbero stati dissidi, per ragioni sentimentali, legate al rapporto con una ragazza. Nel corso della prossima udienza, sarà sentito il medico legale, che valutò le ferite riportate dalla vittima dell’aggressione. Dopo quanto accaduto in centro storico, venne sottoposto ad un intervento chirurgico.