Gela. La procura ha chiesto al giudice dell’udienza preliminare, Paolo Fiore, di non procedere nei confronti del trentaduenne Antonio La Perna, accusato di maltrattamento in famiglia. Grazie alle perizie psichiatriche prodotte, ieri, dal difensore dell’uomo, l’avvocato Concetta Di Stefano, sarebbe stata confermata l’incapacità di intendere e di volere. Il trentaduenne ad ottobre aveva lasciato l’Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia, dove era stato rinchiuso nove anni prima, con l’accusa di avere rubato venti euro alla nonna che, poco dopo, aveva ritirato la denuncia. Erano valsi a nulla tutti i tentativi del genitore di ottenere la scarcerazione del figlio e una pena detentiva diversa, comunque non associata ad un Opg. Da poco più di un mese Antonio La Perna è tornato ad essere un uomo libero, anche se con difficoltà sta riuscendo a trovare una vita normale. Forse a causa delle forti dosi di calmanti somministratigli per anni. La stessa responsabile della struttura psichiatrica di Reggio Emilia aveva avanzato reclami, rivolgendosi direttamente al ministero di Grazia e Giustizia, sulla permanenza del trentaduenne gelese.
Attualmente vive con il padre e la compagna di quest’ultimo, in un appartamento a Rovigo. L’udienza di ieri è stata salutata con ottimismo, considerato il fatto che a chiedere la prescrizione dell’ultimo reato ancora pendente nei confronti di Antonio La Perna è stata la procura con il pm Antonio D’Antona. Si è concluso con la prescrizione, invece, l’iter per l’accusa di tentata estorsione. Gli esiti delle perizie psichiatriche presentate al gup sono frutto di una serie di esami ai quali Antonio La Perna è stato sottoposto anche durante la sua detenzione presso l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia. I familiari preferiscono non pronunciarsi sull’esito dell’udienza di ieri mattina e assicurano di riporre molta fiducia nella giustizia. Come confermato dal genitore, Salvatore La Perna, il figlio sta cercando di riappropriarsi della propria vita.
