Gela. L’aumento costante del contagio Covid in città, con numeri che non si erano mai registrati dall’inizio della pandemia, sta facendo emergere tante falle organizzative, addebitabili anzitutto ad Asp. Solo ieri, dopo le code chilometriche di Brucazzi, è stato allestito un secondo centro per i tamponi, alla “Cittadella”, anche se le attese di ore non sono mancate. Ci sono famiglie, però, che da oltre una settimana attendono un contatto proprio con Asp. Situazioni al limite, rese ancora più delicate dal fatto che il contagio ha toccato anche neonati. Un’intera famiglia, risultata positiva al Covid, si è vista costretta a contattare gli operatori del 118, per avere le cure richieste per una piccola, di appena tre mesi, a sua volta positiva e con sintomi. Non sono bastati i solleciti del pediatra, dopo che padre, madre e le due figlie sono risultati positivi, con un tampone effettuato in una farmacia della città. “Come previsto – dice il padre che vuole rimanere anonimo – dopo la positività ci siamo autodenunciati e siamo andati in isolamento, anche se abbiamo visto tanti, che appena usciti dalla farmacia, nonostante fossero risultati positivi, hanno addirittura gettato via l’esito che gli era stato rilasciato dal farmacista. Mia figlia, di appena tre mesi, ha avuto sintomi consistenti. Abbiamo cercato di contattare Asp e Usca, senza risultati. Non possiamo aspettare per ore, in coda, con una bambina di tre mesi. Così, lasciati soli, ho dovuto contattare il 118, i cui operatori si sono dimostrati molto sensibili e sono intervenuti, con una cura per la piccola”.
In una situazione di forte emergenza, tanti, nelle ultime ore, stanno anche lamentando il costo del tampone, da effettuare a Brucazzi. “Cinquanta euro è eccessivo – dice un utente – soprattutto quando si tratta di famiglie intere”.