Gela. L’aggressione subita dall’operatore del 118, della quale abbiamo riferito, ha toccato anche i rappresentanti sindacali del comparto. “Vicinanza e solidarietà all’equipaggio dell’ambulanza Charlie 6 del 118, brutalmente aggredito il 29 dicembre scorso durante un intervento – spiegano i vertici Nursind – stigmatizziamo e condanniamo questo vile gesto il cui unico risultato è quello di creare nocumento voluto alla dotazione organica e strumentale del 118, di per sè già molto esigua, con un grave danno quindi all’intera collettività che vede così ridotta l’efficacia della risposta all’urgenza-emergenza sanitaria”. I tre componenti dell’equipaggio, giunti nell’abitazione da cui era partita la chiamata di aiuto, sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente a pugni e con una spranga di ferro che ha mandato in frantumi il parabrezza dell’ambulanza.
Il Nursind per voce di tutte le componenti della segreteria territoriale e aziendale, ricorda che “eventi traumatici o luttuosi, per quanto dolorosi, mai devono sfociare in atteggiamenti al limite dell’inciviltà che possono solamente inficiare l’attività del personale sanitario, che soprattutto in questo periodo di pandemia si prodiga e si sacrifica in maniera encomiabile. Chiediamo interventi e misure urgenti contro l’annoso problema della sicurezza al personale sanitario e tolleranza zero. Non possiamo che condannare questo ennesimo e vile episodio di violenza. Si tratta di episodi gravissimi che non possono essere più tollerati nei confronti di chi ha sempre operato in prima linea per il bene della comunità̀, risorsa preziosa, soprattutto in questa emergenza pandemica”.
La segreteria territoriale del Nursind si mette dunque a disposizione anche dal punto di vista legale per sostenere “gli operatori sanitari coinvolti nella spiacevole vicenda e nello stesso tempo si augura che l’azienda sanitaria di riferimento si costituisca parte civile in sede legale per vedersi riconosciuti e rimborsati i danni materiali cagionati nell’aggressione”.
Capisco e mi spiace per la persona scomparsa. Ma che colpa possono avere degli operatori sanitari che di questi tempi corrono come matti per salvare la vita di tante persone? Inciviltà assoluta. Chi ha fatto questo gesto dovrebbe solo vergognarsi umilmente e chiedere scusa.