Gela. Le richieste dei pm della Dda di Caltanissetta verranno esposte a marzo. Si va verso la fase conclusiva del lungo dibattimento, scaturito dall’indagine antimafia “Mutata arma”. Secondo gli inquirenti, i Rinzivillo avrebbe avuto a disposizione una sorta di ala dell’organizzazione, che si sarebbe occupata di procacciare armi e di gestire droga. Un altro filone processuale, scaturito dalla stessa indagine, a febbraio sarà valutato dai giudici della Corte di Cassazione. A marzo, invece, i giudici del collegio penale del tribunale acquisiranno le conclusioni, che giungeranno dai banchi della Dda nissena.
Sono a processo Rosario Vitale, Massimo Castiglia, Angelo Gagliano e Luigi Barone, difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Enrico Aliotta, Maurizio Scicolone, Giuseppe Cascino e Francesco Villardita. Anche nei loro confronti vengono mosse accuse relative alla disponibilità di armi e droga. Contestazioni che gli imputati, già in fase di indagine, hanno subito escluso, spiegando di non aver mai fatto parte di un’organizzazione criminale. Linea ribadita nel corso dell’istruttoria dibattimentale. Con altri imputati, ci sarebbero stati solo normali rapporti di conoscenza, così hanno spesso spiegato.