Gela. Non è mai stata coinvolta in inchieste di mafia e i giudici del tribunale di sorveglianza di Caltanissetta le hanno concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali. La decisione è arrivata nei confronti di una donna, Silvana Cialdino, in passato condannata a due anni di reclusione, con l’accusa di ricettazione. La contestazione emerse dopo una perquisizione che gli investigatori effettuarono in un garage, a Scavone. Risultò di proprietà della donna e all’interno furono ritrovati scooter e altri mezzi, accertati come rubati. La condanna è diventata definitiva. Il legale della donna, l’avvocato Maurizio Scicolone, si è rivolto ai giudici della sorveglianza, chiedendo appunto di consentirle di espiare la pena, con attività sociale. C’è stata opposizione da parte degli inquirenti. Hanno ritenuto la donna, vicina agli ambienti della criminalità organizzata locale. La difesa, invece, ha sottolineato che non c’è mai stato un suo coinvolgimento in indagini di mafia. L’unico legame riguarda il rapporto matrimoniale con il boss Peppe Alferi, detenuto in regime di 41 bis.
La difesa ha ribadito che la donna, però, non è mai stata raggiunta da provvedimenti dei magistrati né toccata da inchieste. Nella valutazione fatta dagli inquirenti, per la difesa, ci sarebbe stato un errore, legato proprio alla sua identificazione. Tutti elementi che hanno condotto i giudici di sorveglianza ad ammetterla all’affidamento in prova ai servizi sociali.