Gela. Le difficoltà economiche che lo travolsero lo avrebbero spinto a chiedere un prestito ad usura. Il reato si è prescritto. Coprire interessi a strozzo e pagamenti, però, si rivelò ancora più difficile. I soldi andavano restituiti e i primi ritardi fecero scattare le presunte minacce e le pressioni. Nella vicenda processuale scaturita dalla denuncia di un ex esercente arriva la prescrizione. L’assoluzione è stata pronunciata per Angelo Bruno Greco. Difeso dall’avvocato Davide Limoncello, era finito a processo con l’accusa di tentata estorsione. I fatti si sarebbero verificati nell’estate di nove anni fa. L’imputato, in base alle accuse mosse da magistrati della procura, avrebbe agito per riscuotere i soldi di un prestito ad usura concesso all’ex esercente. La vittima, non a caso, ha scelto di costituirsi parte civile. Il tempo trascorso, però, ha dato spazio alla prescrizione. La richiesta di accertare se il reato si fosse effettivamente prescritto è arrivata non solo dal legale di difesa ma anche dal pubblico ministero Pamela Cellura. E’ stato il giudice Manuela Matta a confermare l’avvenuta prescrizione.
Le minacce di morte denunciate. Uno degli incontri finito al centro delle indagini avviate dai militari della guardia di finanza avvenne in via Venezia. L’ex esercente ammise di essere stato minacciato di morte qualora non avesse restituito i soldi avuti in prestito. Nelle precedenti udienza, la difesa di Greco chiese invece di analizzare un video di quell’incontro per cercare di contestare le accuse mosse. La prescrizione, però, ha chiuso il dibattimento.