Gela. I temi portanti per l’amministrazione comunale, anche dopo il rilancio della fase 2, sostanzialmente non cambiano. Il sindaco Lucio Greco sta cercando di chiudere capitoli, forse decisivi anche su un piano politico. Il servizio rifiuti, i finanziamenti, ma anche una sanità depotenziata, sono punti che peseranno sul futuro della sua giunta. Il segretario provinciale del Pd, Peppe Di Cristina, lo invita a riflettere, con molta attenzione. “Il sindaco deve prendere posizioni precise su temi come i rifiuti, il Contratto istituzionale di sviluppo e il grande caso della sanità cittadina – dice – se non è in grado di farlo, faccia un passo indietro”. Per il segretario dem, che ormai quasi due anni fa siglò politicamente l’uscita del partito dalla prima giunta Greco, i segnali non sono per nulla confortanti. “E’ una vergogna che il ministro per il Sud Mara Carfagna non sappia neanche dove sia Gela – dice – ha citato tutti i Contratti istituzionali di sviluppo, in essere o pronti per la firma. Di Gela, invece, neanche l’ombra. Un anno fa, con il ministro Giuseppe Provenzano, prima che cadesse il governo Conte, eravamo arrivati ad un tavolo in prefettura, pronti a sviluppare il Cis per Gela. Ora, invece, si ritorna indietro. La Regione riesce solo a cancellare il nostro passato, ora anche con la demolizione del pontile sbarcatoio. All’Ars, avanzeremo una nostra proposta. Chiederemo che la Regione si tenga i soldi del finanziamento per la demolizione del pontile, a meno che non preveda anche un progetto di ricostruzione della struttura, in legno”. Quello del Cis non sarebbe l’unico punto di debolezza, politica e amministrativa, di questa amministrazione comunale. Secondo Di Cristina, infatti, Greco non ha molte altre strade da percorrere. “Quello che sta accadendo sui rifiuti, sullo stesso Cis e in materia di sanità – aggiunge – dovrebbero far riflettere il sindaco. Per quanto riguarda il servizio rifiuti, il Pd è per la gara. Viene da chiedersi, però, come mai Tekra abbia cambiato idea sui servizi aggiuntivi, che ora vengono effettuati senza ulteriori costi. La questione rifiuti non è solo politica e lo dicono i fatti. In città, bisognerebbe mantenere alta l’attenzione su una questione morale, che ritengo sia concreta. Noi continuiamo a lavorare per costruire un’opposizione alla peggiore giunta comunale della città. Lo stiamo facendo, insieme al Movimento cinquestelle”. Di Cristina, a riprova di quanto sostenuto, traccia i contorni di una sanità locale all’anno zero.
“Sono dati oggettivi, con un’amministrazione che non riesce a reagire – aggiunge – in ospedale, abbiamo un pronto soccorso con pochissimo personale, medico e non medico. Quello rimasto deve sostenere un peso enorme. La medicina Covid è aperta, ma quella interna è chiusa. Il reparto di malattie infettive è chiuso. Urologia è ai minimi e i pazienti, nelle fasce pomeridiane e notturne vengono trasferiti a Caltanissetta. Lo stesso vale per la cardiologia, con le ambulanze che fanno spola con Caltanissetta, per l’emodinamica. La gastroenterologia è a mezzo servizio e anche in questo caso i pazienti vengono dirottati a Caltanissetta. Abbiamo un reparto di urologia, chiuso nelle fasce pomeridiane e notturne. Non dimentichiamo – conclude – il servizio per la talassemia chiuso, la nefrologia ferma e con il solo servizio di dialisi. In neurologia, sono presenti solo due medici e i turni vengono coperti da personale di medicina, come straordinari. Un reparto importante come psichiatria è chiuso da circa un anno. Del resto, i numeri dei ricoveri sono significativi. Se nel 2016, il nosocomio di Caposoprano è arrivato a 7.600 ricoveri; nel 2020 il numero si è ridotto a 4.800. Un lento declino e se il sindaco non se n’è accorto, allora a maggior ragione dovrebbe fare un passo indietro”. Temi che i dem analizzeranno, in una prospettiva comunque territoriale, anche durante l’Agorà democratica, che si terrà domenica, a Caltanissetta. In città, Di Cristina e il partito locale sono ormai proiettati al dopo Greco.