Gela. Il progetto milionario del maxi polo agrofotovoltaico previsto tra le contrade Cappellania, Sant’Antonio e Tenuta Bruca rimane fermo. Verso il rinnovo dell’autorizzazione unica. In pochi, a Palazzo di Città e non solo, sembrano avere notizie sull’immediato futuro dell’opera. I tecnici della regione, però, negli scorsi giorni, avrebbero provveduto al rinnovo dell’autorizzazione unica, atto fondamentale per la regolarità di eventuali nuovi cantieri. La prima autorizzazione era stata rilasciata al gruppo Agroverde nel luglio di due anni fa, per il tramite di un decreto regionale. Da quel momento, nonostante la posa della prima pietra e i lavori di sbancamento avviati e conclusi, il progetto Agroverde è stato solo sinonimo di polemiche e confronti giudiziari: tra investitori da individuare e aziende in crisi.
Chiesto l’annullamento di tutti gli atti. Da ultimi, trenta ex proprietari di terreni occupati per dare spazio ai cantieri hanno scelto d’impugnare tutto davanti al tribunale amministrativo regionale di Palermo. Gli atti del procedimento amministrativo che ha condotto all’avvio dei cantieri per il polo fotovoltaico Agroverde vanno annullati. Questa è la linea seguita dal pool di avvocati che si è rivolto ai giudici amministrativi. Non a caso, i legali hanno deciso di portare in giudizio non solo il comune ma lo stesso assessorato e la cooperativa Agroverde. Addirittura, si fa leva sulla presunta falsità di alcuni passaggi preliminari al rilascio dell’autorizzazione. Nel corso di una conferenza di servizi del maggio di due anni fa, si sarebbe fatto riferimento alla “disponibilità dei suoli da parte della società Agroverde, essendo già concluse le procedure epropriative”. In base al ricorso presentato dagli ex proprietari, si tratterebbe di una conclusione priva di fondamento. A quella data, infatti, non ci sarebbe mai stata una procedura d’esproprio conclusa. Al centro della richiesta d’annullamento, ci sono l’originaria delibera del consiglio comunale, il decreto d’occupazione d’urgenza firmato dai tecnici del municipio e la concessione edilizia rilasciata nel gennaio di tre anni fa. Ovviamente, al Tar verrà contestata anche l’Autorizzazione unica. A questo punto, dato il possibile rinnovo, non è da escludere che gli avvocati optino per l’impugnazione anche degli atti appena firmati da tecnici dell’assessorato regionale dell’Energia.