Gela. “Il fatto non sussiste”. Con questa formula, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno ribaltato la decisione che era stata emessa, ad inizio anno, dal giudice del tribunale di Gela. I magistrati di secondo grado hanno assolto gli imprenditori Salvatore Luca, Rocco Luca e Francesco Gallo. Erano accusati di aver violato la disciplina del testo unico bancario, ritenendoli responsabili di attività abusiva di finanziamento, attuata per la vendita di automobili nelle loro strutture aziendali. Al centro delle verifiche, finirono le attività delle società “Lucauto” e “Car Luca”. In appello, l’assoluzione ha fatto venire meno le condanne a cinque anni di detenzione, che erano stati imposti a Salvatore Luca; a tre anni e quattro mesi per Rocco Luca; a tre anni per Francesco Gallo. I difensori, gli avvocati Antonio Gagliano e Alessandro Diddi, hanno impugnato la decisione di primo grado e in appello sono tornati a ribadire l’assoluta regolarità dell’attività di vendita svolta dagli imputati. Per i legali, come spiegato nei ricorsi, non ci furono mai condizioni di finanziamento irregolari, eventualmente garantite ai clienti delle loro attività. La consistente mole di vendite, come era già stato spiegato in primo grado dalle difese, fu generata solo dalla capacità imprenditoriale degli imputati, che con le loro società riuscirono a conquistare fette importanti del mercato della vendita di automobili. Gli inquirenti, che avviarono l’inchiesta dopo il sequestro di diversi assegni, per un valore di circa quattro milioni di euro, ritennero che le vendite furono condotte assicurando particolari agevolazioni, anche a clienti che non ne avrebbero potuto usufruire, per pregresse pendenze con banche e società finanziarie.
I legali hanno ribadito che non ci fu mai un’attività illecita sui finanziamenti né sul rilascio della proprietà delle vetture. In primo grado, furono sentiti diversi clienti e per i legali non emersero anomalie. Una linea che ha convinto i giudici di appello, fino alla pronuncia assolutoria. Anche sui sospetti di finanziamenti illeciti ha fatto leva l’inchiesta “Camaleonte”, che ha toccato proprio il gruppo imprenditoriale Luca, con il sospetto di fondi economici legati alla criminalità organizzata. Per i fatti dell’indagine, coordinata dalla Dda nissena, gli imprenditori sono davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. La decisione favorevole della Corte d’appello potrebbe essere un elemento, ora a disposizione delle difese, per contestare le accuse mosse dai pm dell’antimafia.