C’è incompatibilità tra giudici e presunti affiliati al gruppo Alferi? Le difese sollevano ancora la questione

 
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Gela. Alcuni giudici che compongono il collegio della Corte d’appello di Caltanissetta si sarebbero già pronunciati sulle posizioni di diversi imputati.

La Cassazione ha detto sì al ricorso di Giovane. Così, il processo di secondo grado scaturito dal blitz antimafia “Inferis” rischia di protrarsi oltre i tempi previsti. Sono diciassette gli imputati, tutti accusati di aver fatto parte del gruppo capeggiato dal boss Peppe Alferi. Nelle scorse settimane, i giudici della Corte di cassazione avevano accolto il ricorso presentato dall’avvocato Giacomo Ventura, difensore di fiducia di Francesco Giovane. In apertura del giudizio di secondo grado, il legale, insieme ad altri avvocati del pool di difesa, aveva sollevato una richiesta di ricusazione della corte nissena. Alcuni dei componenti, in altri giudizi, avrebbero già espresso valutazioni sull’esistenza di un gruppo mafioso con a capo Peppe Alferi, attualmente detenuto sotto regime di 41 bis. Valutazioni, secondo l’avvocato Ventura, sufficienti per ricusare la corte e chiederne una diversa composizione. L’eccezione sollevata, però, venne rigettata e il dibattimento fu aperto. Il verdetto di cassazione, invece, dovrebbe costringere all’azzeramento di tutte le attività processuali già svoltesi.

Altri imputati chiedono di essere processati da giudici diversi. Sulla scorta di ciò che è accaduto davanti ai magistrati romani, altri avvocati di difesa hanno nuovamente sollevato le medesime eccezioni. La ricusazione chiesta da Giovane, per il tramite del proprio legale, potrebbe avere un effetto estensivo verso altri imputati. Intanto, i giudici nisseni hanno deciso di rinviare. Nel corso delle prossime udienze, si capirà meglio quale decisione potrà essere adottata. In primo grado, condanne per oltre cent’anni di detenzione vennero pronunciate nei confronti di Nunzio Alferi, Maria Azzarelli, Vincenzo Azzarelli, Carmelo Alferi, Sebastiano Alferi, Gaetano Alferi, Luigi Nardo, Orazio Pirone, Giuseppe Biundo, Vincenzo Burgio, Giuseppe Caci, Francesco Giovane, Rosario Moscato, Paolo Vitellaro, Fabio Russello e Giuseppe Palmieri. Assoluzione, invece, per Antonella Bignola e Angelo Pirone. Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Davide Limoncello, Giacomo Ventura, Maurizio Scicolone, Giovanna Zappulla, Nicoletta Cauchi, Riccardo Lana, Cristina Alfieri, Giovanni Lomonaco, Vincenzo Vitello e Margherita Genco. Parti civili si sono costituiti gli imprenditori che sarebbero finiti al centro delle richieste estorsive, soprattutto quelli impegnati nei cantieri per la costruzione di complessi abitativi lungo l’area di via Butera. Sono rappresentati in giudizio dagli avvocati Joseph Donegani e Giuseppe Zampogna. Parte civile, con l’avvocato Vania Giamporcaro, si è costituito Emanuele Cascino, ex fedelissimo di Giuseppe Alferi e ora collaboratore di giustizia.

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